Eruzione Pompei ed Ercolano, ci furono sopravvissuti: la scoperta
Una nuova ricerca sostiene che ci furono dei sopravvissuti all'eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo che distrusse Pompei ed Ercolano: la scoperta
Una nuova scoperta riguarda l’eruzione che distrusse Pompei ed Ercolano del 79 dopo Cristo: stando a nuovi studi, sembrerebbe che diverse persone riuscirono a uscire vive dalle due città.
Pompei ed Ercolano, sopravvissuti all’eruzione? Lo studio
L’eruzione del Vesuvio distrusse Pompei ed Ercolano, seppellendo le due città e i loro abitanti, ma non tutti persero la vita. Nel corso dei secoli, sono stati effettuati diversi studi sui residenti delle due antiche città romane e sulle loro abitudini prima della tragedia, ma si conosce poso riguardo i sopravvissuti.
Steven L. Tuck, docente di storia alla Miami University, università pubblica americana di Oxford, in Ohio, è l’autore di ‘Escape from Pompeii: The Great Eruption of Mount Vesuvius and Its Survivors” che esamina le prove storiche e archeologiche delle persone che riuscirono a fuggire dalla distruzione di Pompei, seguendole nel percorso verso una nuova vita lontana dal Vesuvio.
Il libro si sviluppa a partire da una domanda molto semplice: c’è qualcuno che sopravvisse all’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo? Da questa domanda derivano altri quesiti: se qualcuno è sopravvissuto, chi era? Come ci è riuscito? Dove si è trasferito e in quali condizioni? E soprattutto come è riuscito a ricostruire la propria vita in seguito all’eruzione?
Nella pubblicazione viene spiegato come la percezione più diffusa sia quella secondo cui tutti gli abitanti di Pompei ed Ercolano persero la vita nel corso dell’eruzione. Al tempo stesso, però, esistono delle versioni che parlano di alcuni sopravvissuti.
Ad avvalorare questa tesi sono le cosiddette prove dell’assenza: oggetti domestici abituali, rinvenuti nel Parco Archeologico in posti diversi da quelli dove si poteva aspettare di trovarli. Le prove dell’assenza non sono mai state approfondite al meglio fino a oggi, anche perché gli oggetti ritrovati sono migliaia e di ogni tipo.
Altri indizi a supporto della tesi dei sopravvissuti arrivano dalla sequenza dell’eruzione, dalla data in cui avvenne e dalla posizione del mercato regionale che in quel periodo si teneva al di fuori delle due città. Questi elementi, presi singolarmente, non rivelano molto, ma considerati nell’insieme possono aiutare a tracciare un modello a supporto della conclusione che le persone riuscirono a uscire vive dalle città.
Le ipotesi sui sopravvissuti
Nella ricerca viene spiegato che una linea di pensiero sosteneva come i presunti superstiti appartenessero a un ceto alto: cittadini ricchi che fiutato il pericolo, avrebbero consegnato le chiavi di casa alla servitù per partire immediatamente in direzione opposta all’eruzione. La tesi è stata poi smentita, perché sembrerebbe che i fuggitivi rappresentassero in realtà un campione trasversale della popolazione.
Nel libro dello studioso americano viene affermato ce cha varietà di persone, provenienti sia da Pompei che da Ercolano, riuscì effettivamente a sopravvivere all’eruzione. Viene azzardato anche un numero: 172 individui.
Resta più difficile determinare come siano riusciti a fuggire: sembra che alcuni di essi vivessero ai margini delle città colpite, dove la fuga era più facile. Altri, invece, probabilmente si trovavano fuori città il giorno dell’eruzione, forse al mercato di Puteoli (l’antica Pozzuoli). La maggior parte, comunque, non si spostò molto lontano: decise di insediarsi nelle zone costiere della Campania, principalmente nel tratto di Costa che da Napoli va verso Puteoli, Miseno e Cuma.
Un numero più esiguo si stabilì più lontano, a Capua, Nola, Nuceria e Aquinum (oggi Aquino, in provincia di Frosinone), e un gruppo più ampio si trasferì a Ostia. Le tracce di alcuni superstiti, stando allo studio, avrebbero condotto anche in alcune zone dell’Italia centrale, della Spagna e dell’attuale Romania.
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