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La Madonna del Ponte di Porretta è la patrona del basket italiano

C'è la ratifica ufficiale della Congregazione vaticana del Culto Divino: la Madonna del Ponte di Porretta è ora la patrona del basket italiano

Madonna del Ponte di Porretta

La Madonna del Ponte di Porretta è ufficialmente la patrona del basket italiano: la conferma è arrivata dalla ratifica della Congregazione vaticana del Culto Divino, ultimo passaggio formale dopo un lungo iter finalizzato proprio a eleggere la piccola chiesa che affaccia sul Reno il santuario dei cestisti.

Come anticipato da ‘La Repubblica’, da decenni ormai si discute di ufficializzare l’importanza del santuario emiliano per il basket, e insieme con le pratiche per il riconoscimento, avviate presso la Conferenza Episcopale Italiana, era stata lanciata a che una raccolta firme.

Nei giorni scorsi la buona notizia: il santuario di Porretta Terme, la frazione più popolosa e la sede comunale del comune di Alto Reno Terme, nella città metropolitana di Bologna, è ufficialmente un luogo di culto dedicato ai cestisti. Una novità che conferma l’attenzione particolare dell’Emilia Romagna al basket, visto che già la città di Reggio Emilia aveva deciso di intitolare una piazza a Kobe Bryant, scomparso il 26 gennaio del 2020 in un incidente aereo.

La storia del santuario della Madonna del Ponte di Porretta

Come viene spiegato sul sito ufficiale madonnadelbasket.it, nel Medioevo il santuario della Madonna del Ponte era luogo fortificato, una “Rocchetta” con un ponticello in legno al cui capo sorse una Maestà che qualcuno dipinse sulla roccia, secondo alcuni, come Demetrio Lorenzini, addirittura nel XIII-XIV secolo.
La prima notizia certa sull’esistenza di un piccolo santuario è però solamente del 1578.

Di lì a poco, nel 1585, nacque anche la Parrocchia di Porretta che in quell’anno si staccò dalla Chiesa madre di Capugnano. In questo periodo, spiegano ancora sul sito, “avvennero molti fatti ritenuti miracolosi, testimoniati da numerosi ex-voto, quasi sempre tavolette, che ci raccontano di cadute rovinose senza danni o di pallettoni sparati da potenti archibugi fermati semplicemente dal tessuto di un ‘giuppone’. Nel 1594 crollò il ponte di legno e le molte persone che furono coinvolte miracolosamente non subirono danni – si legge – Il ponte fu rifatto in muratura nel 1599 come ricorda ancora una lapide sulla destra della chiesa. L’immagine della Madonna che si era deteriorata fu ridipinta, non più sulla roccia ma su una tavoletta di legno con molta probabilità dal pittore Fernando Berti”.

Il sacrario del cestista della Madonna del Ponte di Porretta

La cappella del sacrario del Cestista si trova all’interno del Santuario della Madonna delle Grazie, e fu consacrata il 29 luglio 1956 in una cerimonia religiosa officiata dall’allora arciprete Don Migliorini, alla presenza del presidente della Federazione Italiana Pallacanestro (Fip) Decio Scuri e dei rappresentanti delle Province dell’Emilia Romagna.

Il promotore dell’iniziativa fu l’allora presidente del Comitato Regionale Fip, Achille Baratti, sostenuto in sede locale dal pioniere dello sport nel dopoguerra Gianni Gherardi e dal parroco monsignor Enrico Testoni. La manifestazione fu preceduta da una staffetta di tedofori a cui parteciparono gli atleti della Virtus Minganti, del Gira Preti e della Moto Morini, società antesignane dell’odierna Basket City.

Dopo un lungo periodo in cui non si parò più del santuario, il 7 luglio 1996, la società Pallacanestro Porretta promosse un’iniziativa per far conoscere il santuario e ufficializzare il ruolo della Madonna del Ponte come riferimento di tutti i cestisti italiani.

Nel 2015 prese corpo l’idea di di far diventare la Madonna del Ponte patrona della pallacanestro nazionale, con l’appoggio dell’allora presidente nazionale della Fip, del presidente del comitato regionale e dell’amministrazione comunale di Porretta Terme/ Alto Reno Terme. Il 3 settembre 2016 l’arcivescovo di Bologna partecipo a una manifestazione al santuario alla presenza del presidente del comitato regionale del Coni, Umberto Suprani, e partì l’iter accompagnato dalla raccolta firme.