Delitti italiani: Terry Broome e l'omicidio che sconvolse Milano
Delitti italiani, la storia di Terry Broome, giovane aspirante modella americana che uccise Francesco D'Alessio: un omicidio che sconvolse Milano
La “Milano da bere” degli anni Ottanta fu sconvolta dall’omicidio di Francesco D’Alessio, figlio del proprietario di una delle scuderie più importanti d’Italia, ucciso a colpi d pistola da una bellissima aspirante modella americana, Terry Broome.
Il caso Terry Broome: l’omicidio che sconvolse la “Milano da bere”
L’omicidio di Francesco D’Alessio avvenne all’alba del 26 giugno 1984, quando qualcuno sentì degli spari provenire da un palazzo affacciato su Corso Magenta, in pieno centro storico di Milano: l’uomo, un quarantenne con la fama da playboy, venne trovato morto nel suo appartamento. In casa con lui c’era una fotomodella ventunenne, la fidanzata con un amico della vittima che abitava nello stesso palazzo.
I due si erano incontrati davanti al portone del palazzo: D’Alessio rientrava da una notte trascorsa in discoteca, mentre lei stava aspettando un taxi dopo una serata passata con il compagno. A premere il grilletto di una 38 special non era stata la ragazza: come si scoprirà in seguito fu Terry Broome, aspirante modella americana con alle spalle un passato abbastanza tormentato.
Francesco D’Alessio e Terry Broome si conoscevano ma non erano amici: si narra che lei avesse rifiutato le sue avances e per questo motivo, il rampollo milanese si sarebbe vendicato, inventando una storia legata a un’orgia alla quale avrebbe partecipato l’aspirante modella.
Il giorno prima dell’omicidio avvenuto nel centro del capoluogo lombardo, ci fu una litigata tra Terry e il fidanzato, un gioielliere che le aveva regalato un anello e le aveva chiesto di sposarlo. La lite fu causata dalla storia dell’orgia inventata da D’Alessio: il gioielliere chiese a Terry di restituirle l’anello, una catena e i regali di fidanzamento, prima di andare a dormire.
La condanna dell’aspirante modella americana
Secondo le ricostruzioni dell’accaduto, Terry rimase sola, iniziò ad assumere sostanze stupefacenti e a rovistare nei cassetti, dove trovò una Smith and Wesson calibro 38 special che il fidanzato custodiva già carica.
“La vista di quell’arma mi diede una carica nuova, la forza di affrontare quell’uomo che mi faceva tanta paura. Gli telefonai, poi lo raggiunsi” ha raccontato Terry in seguito. La giovane vuotò il sacco ricostruendo come è avvenuto l’omicidio.
L’americana, arrivata all’appartamento di D’Alessio, impugnò la pistola per spaventarlo e partirono due colpi a vuoto: Francesco allora reagì e la prese per un braccio. Nel tentativo di scappare partirono altri tre colpi, questa volta fatali.
A questa ricostruzione non credette mai il padre di Francesco: suo figlio era atletico, aveva giocato a tennis e a rugby e come poteva una ragazza divincolarsi dalla stretta di un uomo così forte? Per il padre a uccidere suo figlio fu qualcuno che voleva vendicarsi e ha usato l’aspirante modella per depistare le indagini, anche se non vennero mai a galla prove che potessero corroborare la sua tesi.
Terry Broome fu condannata per l’omicidio di Francesco D’Alessio a 15 anni, ridotti poi a 12 anni e mezzo nel processo di appello. Il caso di cronaca ispirò parzialmente i fratelli Vanzina per il film “Sotto il vestito niente” uscito nelle sale cinematografiche nel 1985, a due anni dal successo ottenuto con “Vacanze di Natale” al botteghino.
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