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Dante Alighieri era di destra?

“Penso che il fondatore del pensiero di destra italiano sia Dante Alighieri”: le parole del ministro Sangiuliano scatenano una nuova accesa polemica

Sangiuliano: Dante Alighieri era di destra

“So di dire una cosa molto forte, ma penso che il fondatore del pensiero di destra italiano sia Dante Alighieri“: lo ha affermato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ospite di un evento organizzato da Fratelli d’Italia a Milano in vista delle prossime elezioni regionali.

Le dichiarazioni del ministro Sangiuliano, accolte con favore dalla platea dell’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia, hanno inevitabilmente scatenato le reazioni dell’opposizione, ma anche di storici e intellettuali italiani che si sono sollevati contro le esternazioni di Sangiuliano che vedrebbero il Sommo Poeta tra i primi fautori di un pensiero politico “di destra”.

Sangiuliano: Dante il fondatore del pensiero di destra

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano continua a far parlare di sé: dopo l’accesa polemica sull’aumento del prezzo del biglietto degli Uffizi, il titolare del dicastero di via del Collegio Romano torna a infiammare il web con un’esternazione che non poteva passare inosservata.

Secondo Sangiuliano, intervenuto alla convention di presentazione dei candidati di FdI alle prossime regionali, Dante Alighieri sarebbe “il fondatore del pensiero di destra italiano”. Prima di Giuseppe Prezzolini, Leo Longanesi e Gabriele D’Annunzio, per il ministro, il pensiero conservatore italiano affonderebbe le proprie radici nella visione politica del Sommo Poeta.

La destra ha cultura, deve solo affermarla”, spiega il ministro intervistato dal condirettore di Libero, Pietro Senaldi: “Non dobbiamo sostituire l’egemonia culturale della sinistra, quella gramsciana, a un’altra egemonia, quella della destra”, continua Sangiuliano nel suo intervento. L’obiettivo, nelle parole del ministro, sarebbe piuttosto quello di “liberare la cultura”.

Quanto al ruolo di Dante nell’espressione di un pensiero conservatore e di destra, le parole di Sangiuliano sono chiare: non soltanto la visione dell’umano che troviamo in Dante, ma anche la sue costruzione politica viene definita dal ministro come “profondamente di destra”.

Dante è di destra: le reazioni alle parole di Sangiuliano

Le prime repliche sono arrivate, puntuali come sempre, dai social. Il primo a raccogliere le parole di Sangiuliano è Angelo Bonelli, di Alleanza Verdi Sinistra, che afferma: “Sangiuliano dovrebbe sapere che Dante nel 1302 fu costretto all’esilio proprio perché militava nei guelfi Bianchi e voleva uno stato laico”.

Da Italia Viva, Raffaella Paita ironizza via Twitter sulle parole del ministro, che secondo la deputata “ha qualche problema con la storia”, mentre la capogruppo del Pd in Senato, Simona Malpezzi, parla di “parole assurde, sciocche, senza senso”.

L’intervento del ministro è stato accolto sonoramente dal popolo dei social, che in poche ore sono stati inondati di meme e battute. A levare la voce contro le parole di Sangiuliano, anche intellettuali del calibro di Massimo Cacciari e Luciano Canfora, che parlano all’unisono di lettura “ridicola” della storia.

Destra e sinistra, categorie “novecentesche”

Le parole del ministro hanno inevitabilmente sollevato un polverone mediatico fatto di indignazione, polemiche, ironia e dileggiamenti vari. In molti fanno notare come le stesse categorie di “destra” e “sinistra” siano usate dal ministro in maniera arbitraria. Lo spiega bene il filosofo Massimo Cacciari, che intervistato da ‘Repubblica’ afferma: “Non si può che ridere di fronte a esternazioni del genere, che tra l’altro ricorrono a categorie novecentesche, come destra e sinistra, che non mi sembrano molto aggiornate”.

I concetti di destra e sinistra non saranno aggiornati per definire la politica di oggigiorno, ma come fanno notare da più parti sono ancor più fuori luogo nel tentare di etichettare il pensiero politico di un “Ghibellin fuggiasco” del Trecento.

Destra e sinistra sono categorie nate all’epoca della Rivoluzione Francese, e si riferiscono molto semplicemente alla posizione degli schieramenti politici nel parlamento – che siedono per convenzione alla destra, o alla sinistra, del Presidente dell’assemblea legislativa. “È il concetto di destra che è ridicolo”, spiega lo storico Luciano Canfora intervistato da La Stampa, “perché destra e sinistra sono idee dell’Ottocento. Appartengono alla storia”.

La risposta del ministro alla polemica su Dante

Sangiuliano, inevitabilmente raggiunto dalle critiche, ha infine affidato al ‘Corriere’ la sua risposta alle polemiche: l’affermazione su Dante viene in un certo senso “ridimensionata” dal ministro, che parla di “una chiara provocazione culturale”.

“È vero: destra e sinistra non sono categorie dell’età di Dante”, ammette Sangiuliano, “se lo si preferisce, si può definire Dante un conservatore”. L’analisi di un pensiero come quello del Sommo Poeta, conclude il ministro, “non può esaurirsi nello spazio di uno scritto e tantomeno di una battuta”.

Neanche la definizione di “reazionario”, secondo Canfora, rende però giustizia al Poeta: “La sua idea di libertà è molto profonda, così come quella della conoscenza”, spiega lo storico. Definizioni così superficiali – che citano randomicamente fonti che vanno da Le Goff a Gentile, passando per Wikipedia e Umberto Eco – sono in ogni caso molto riduttive. “Dante merita rispetto, non può essere tirato per la giacca o il mantello, non ha senso”, conclude Canfora.