Un missile potenzialmente esplosivo disperso nel mare in Sardegna
Un missile Aster 30 finito in mare durante un test militare in Sardegna vicino al Poligono di Quirra sta sollevando dubbi su sicurezza e gestione
Un missile da due milioni di euro giace a oltre seicento metri di profondità al largo della costa orientale della Sardegna: si tratta di un Aster 30, lanciato durante un’esercitazione nel Poligono interforze del Salto di Quirra. L’episodio, pur non costituendo un pericolo immediato per i bagnanti, ha acceso i riflettori su un’area altamente militarizzata e spesso poco visibile al dibattito pubblico.
Dove si trova il missile disperso e cosa è successo durante il test
Secondo quanto comunicato dall’Ufficio circondariale marittimo di Arbatax, come riportato su ‘Unione sarda’, il missile disperso si troverebbe a una profondità di circa 602 metri, davanti alla costa di Quirra, nella Sardegna orientale. Si tratta di un ordigno di colore bianco, lungo 4,2 metri e con un diametro inferiore ai 20 centimetri.
Sempre dall’Ufficio circondariale marittimo di Arbatax è stata emessa un’ordinanza che ha delimitato l’area vietando l’avvicinamento a meno di 150 metri dal punto stimato della caduta. Le autorità hanno specificato che, data la distanza dalla riva, non sussistono rischi diretti per i bagnanti, anche se la situazione sembrerebbe descrivere un contesto operativo complesso.
Il lancio dell’Aster 30 è avvenuto nel corso di una campagna di test a fuoco organizzata per valutare le capacità del sistema di difesa Samp-T. Durante le esercitazioni, sono stati utilizzati anche missili Stinger e bersagli simulati come i radiobersagli Mirach-40, progettati per testare la risposta a minacce aeree complesse, compresi droni ad alta manovrabilità.
L’ordigno disperso non è un modello da esposizione né un prototipo inerte: si tratta di un’arma operativa, pienamente equipaggiata e potenzialmente esplosiva, ed è proprio nel corso di un’esercitazione definita “perfettamente riuscita” dai comunicati ufficiali che il missile è andato perduto.
L’area del Poligono di Quirra, situata in una delle zone più isolate della Sardegna orientale, è da anni impiegata per operazioni militari di alto livello. Anche se in questo caso la presenza di un missile attivo e ancora non recuperato riapre interrogativi sulla sicurezza delle esercitazioni.
Perché il missile è finito in mare: le dichiarazioni ufficiali
La vicenda sarebbe inserita nel contesto della Joint Stars 2025, un’esercitazione militare articolata in più fasi. Secondo quanto riportato nel comunicato dello Stato Maggiore dell’Esercito, “la ‘campagna lanci’ ha fatto seguito alla ‘Joint Stars 2025’, un’esercitazione che ha interessato le batterie controaerei, sviluppatasi in diverse sessioni, riproducendo attacchi simulati di intensità variabile con l’obiettivo di contrastare le minacce aeree e missilistiche, per garantire la protezione dell’area di sbarco delle Forze Alleate”.
Sebbene i test siano stati definiti riusciti, resta il fatto che uno dei missili non sia stato recuperato. L’Aster 30, parte del programma di riarmo europeo, ha un valore stimato di circa 2 milioni di euro, secondo l’Institut français des relations internationales. Il sistema Samp-T, che lo integra, è stato consegnato anche all’Ucraina per contrastare attacchi missilistici a lungo raggio, con un investimento complessivo attorno ai 500 milioni di euro.
Le autorità continuano a monitorare l’area interessata, ma non sono state diffuse informazioni precise su eventuali operazioni di recupero. L’episodio riapre la discussione sull’uso militare del territorio sardo e sulla comunicazione pubblica relativa a esercitazioni con armamenti ad alta tecnologia, condotte in aree marine e costiere sensibili.
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