Crespi d'Adda, la "città ideale" del lavoro operaio
Presente nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità Unesco come esempio eccezionale di villaggio operaio, Crespi d’Adda è un gioiello più unico che raro
L’Italia, come sappiamo, è ricca di luoghi che racchiudono storie affascinanti, da scoprire e assaporare in ogni dettaglio. Tra questi c’è Crespi d’Adda, il villaggio operaio meglio conservato dell’Europa meridionale.
Proprio grazie allo stato di conservazione del suo patrimonio storico e architettonico, nel 1995 questa perla lombarda è stata annoverata nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO, quale esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai.
Dove si trova Crespi d’Adda
Il villaggio operaio di Crespi d’Adda sorge nel comune di Capriate San Gervasio, in provincia di Bergamo, Capitale della Cultura 2023 insieme a Brescia.
Incastonato nell’estrema punta meridionale dell’Isola Bergamasca, racchiusa tra i fiumi Adda e Brembo e le Prealpi, si è conservato fino a oggi completamente integro, mantenendo pressoché intatto il suo aspetto urbanistico e architettonico.
L’isolamento geografico, accentuato dal fatto che il villaggio è collegato all’esterno soltanto in direzione Nord, ha permesso a Crespi d’Adda di conservarsi nel tempo in modo straordinario.
Crespi d’Adda: la storia
L’origine del villaggio operaio di Crespi d’Adda risale al 1877, anno in cui Cristoforo Benigno Crespi, uno dei più grandi pionieri dell’industria italiana, decise di rilanciare il territorio costruendovi un cotonificio.
L’ambizioso progetto di Crespi prevedeva di affiancare agli stabilimenti una sorta di “città ideale” del lavoro operaio, cioè un vero e proprio villaggio, portato poi avanti dal figlio di Cristoforo, Silvio Crespi, che ospitasse gli operai della fabbrica e le loro famiglie.
Agli operai venne messa a disposizione una casa dotata di orto e di giardino, così come tutti i servizi necessari alla costruzione di una vera e propria comunità, tra cui ospedale, chiesa, scuola, teatro, campo sportivo e bagni pubblici.
Nel 1889 la frazione di Crespi, fino ad allora compresa nel comune di Canonica d’Adda, nel circondario di Treviglio, fu aggregata al comune di Capriate d’Adda, nel circondario di Bergamo.
Il villaggio è rimasto di proprietà di un’unica azienda fino agli anni ’70, quando diversi edifici, soprattutto residenziali, vennero venduti ad altri privati. In questo periodo si registrò un calo dell’attività industriale dovuto, tra le altre cose, allo spopolamento del villaggio operaio.
Oggi il villaggio di Crespi ospita una comunità in gran parte discendente degli operai che vi hanno vissuto o lavorato. La fabbrica stessa è rimasta in funzione fino al 2003, sempre nel settore tessile cotoniero.
Dal 2013 il futuro di Crespi d’Adda è legato al progetto di riqualificazione della storica fabbrica tessile acquistata, in quell’anno, dalla società Odissea del gruppo Percassi.
Visitare Crespi d’Adda
Camminare tra le strade del villaggio operaio di Crespi d’Adda equivale a fare un viaggio nel tempo.
Il villaggio operaio si è conservato pressoché intatto nel corso degli anni ed è considerato un gioiello dell’archeologia industriale, di cui ancora oggi è riconoscibile l’impianto geometricamente regolare.
Il villaggio di Crespi d’Adda è suddiviso in tre aree, separate da due strade: a est la zona residenziale, al centro quella con i servizi di pubblica utilità (il lavatoio, il dopolavoro, l’albergo, la chiesa, il teatro, le scuole), a ovest la zona industriale, con ciò che resta dell’originario Cotonificio Crespi. Il cimitero è situato alla fine del paese.
L’ingresso del cotonificio è oggi l’immagine più conosciuta dai visitatori, con la ciminiera, le palazzine dirigenziali e il cancello in ferro battuto che creano una superba composizione architettonica, simbolo dell’architettura industriale a cavallo tra Ottocento e Novecento.
La visita al villaggio Crespi d’Adda richiede circa mezza giornata. Per avere una visione d’insieme della struttura urbanistica, il consiglio è di partire dall’alto, ovvero dal punto panoramico in prossimità delle case del medico e del parroco.
A distinguersi dalla trama regolare del borgo, la villa padronale dei signori Crespi, simile a un imponente castello medioevale, simbolo del potere della famiglia.
Particolarmente suggestivo è, poi, il cimitero, al cui interno si può ammirare una sorta di piramide a gradoni. Questa eclettica e imponente costruzione è il monumento funebre della famiglia Crespi che si erge possente sulle tombe dei dipendenti, piccole lapidi poste in ordine nel prato, simboleggiando, con le esedre che si aprono ai suoi lati, un grande abbraccio.
Crespi d’Adda: informazioni utili
Non essendo un’area museale attrezzata, bensì un insediamento abitato, si può accedere al villaggio operaio di Crespi d’Adda liberamente.
Non ci sono biglietti di ingresso né orari specifici di visita. Tuttavia, non tutte le sue parti possono essere visitate. È possibile, infatti, accedere alla chiesa e al cimitero, mentre gli altri edifici possono essere osservati dall’esterno, ma non sono aperti al pubblico.
Per non perdersi nulla durante la visita, si può, infine, scaricare l’app “Addentrarsi”, con informazioni storiche e turistiche.
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