Milano, Cracco chiude il ristorante Carlo e Camilla in Duomo?
Effetto Covid sulla ristorazione italiana: si rincorrono le voci su una possibile chiusura del ristorante Carlo e Camilla in Duomo di Carlo Cracco
La pandemia di Coronavirus ha avuto e continua ad avere importanti ripercussioni sul settore della ristorazione in Italia. Nei giorni scorsi si è diffusa la notizia della possibile chiusura definitiva del ristorante N10 di Alessandro Del Piero a Milano; ora, è il turno del ristorante Carlo e Camilla in Duomo di Carlo Cracco. I rumours si rincorrono, ma ancora non c’è nulla di ufficiale.
Il terzo locale milanese dell’ex giudice di MasterChef Italia, situato in via Hugo (nella sede in cui si trovava Cracco-Peck), non ha ancora riaperto. A inizio settembre, Rosa Fanti, moglie di Carlo Cracco e portavoce del gruppo, aveva confermato a ‘Italia Oggi’ che il locale resterà chiuso ancora qualche settimane.
A ‘La Repubblica’, alcuni giorni fa, Carlo Cracco ha dichiarato a tal proposito: “Gli uffici non sono ancora riaperti. Il centro è un disastro, il lavoro non c’è. Salvo per chi ha spazi all’esterno”. Nel mese di giugno, invece, al ‘Corriere della Sera’, lo stesso Cracco aveva detto: “Il problema non è adesso, ma dopo. Stiamo ancora vivendo una sorta di paralisi ma prima o poi finirà la cassa integrazione e inizierà la crisi vera, quella che ti costringe a dover avere le spalle larghissime per tenere il colpo”.
Nell’attesa di riaprire il ristorante Carlo e Camilla in Duomo, Cracco si è dedicato ad altri progetti in questi mesi. Per esempio il noto chef ha dato vita assieme alla moglie Rosa Fanti al progetto Vistamare, azienda agricola in Romagna dove coltivare le materie prime da portare poi in tavola nei suoi piatti. Non solo: in estate Carlo Cracco ha lanciato la sua nuova sfida a base di pizza e gelati gourmet a Villa Terzaghi.
Più recentemente, però, è naufragato un progetto del noto chef: il prossimo 22 settembre era prevista una cena benefica anti Covid di Carlo Cracco in Galleria Vittorio Emanuele a Milano per celebrare la Settimana della Moda (dal 23 al 28 settembre 2020 nel capoluogo lombardo). L’iniziativa, che prevedeva l’invito di circa 600 ospiti italiani e stranieri e il coinvolgimento di almeno 500 addetti ai lavori tra cuochi, camerieri, hostess e addetti alla sicurezza, non si terrà a causa del potenziale rischio sanitario ritenuto troppo alto.
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