Cosa si mangia nei ristoranti di Alessandro Borghese: i consigli
Nei ristoranti di Alessandro Borghese il lusso incontra la semplicità, con piatti ricercati che esaltano la tradizione e ingredienti di alta qualità
L’arte culinaria di Alessandro Borghese si distingue per il connubio tra tradizione e innovazione: lo chef, noto volto televisivo, ha saputo trasformare la sua passione per la cucina in un’esperienza gastronomica unica, proponendo piatti che esaltano i sapori autentici con un tocco personale. Ma cosa si mangia nei suoi ristoranti di Milano e Venezia e quali sono i principi che guidano la sua filosofia culinaria?
Cosa si mangia al ristorante di Alessandro Borghese
Alessandro Borghese ha sempre sottolineato l’importanza della cucina come esperienza conviviale e appagante. Nei suoi ristoranti, la qualità degli ingredienti e l’attenzione alla tradizione sono i pilastri fondamentali del menù. Lo chef propone piatti che ricordano i sapori dell’infanzia, rielaborandoli con tecniche moderne e un tocco di originalità.
Tra i piatti più rappresentativi della sua cucina, Borghese menziona spesso la cacio e pepe, simbolo della tradizione romana, rivisitata con tecniche raffinate, e piatti di pesce che esaltano le materie prime locali. Non manca un’attenzione particolare per il comfort food, con preparazioni che evocano il calore della cucina di casa.
In un’intervista a ‘Gambero Rosso’, lo chef ha svelato dettagli interessanti sui menu dei suoi ristoranti e ha sottolineato: “Da me è come andare a casa a mangiare. Il lusso della semplicità è il mio filone. Faccio alta cucina che non deve essere per forza impettita, non deve avere per forza dei canoni che sono passati di moda”.
A Venezia, il ristorante offre un’esperienza più intima e raffinata, con piatti che rispecchiano la ricchezza gastronomica della laguna. Qui il menu celebra il pesce fresco e le ricette tradizionali venete, rivisitate con il tocco distintivo dello chef, che spiega: “A Venezia lavoriamo i prodotti della laguna con cucina tipica e twist interessanti, accompagnati da buon vino”.
La location è suggestiva, affacciata sulla laguna, e lo chef stesso la descrive così: “A Venezia la location è meravigliosa: arrivi attraccando in barca, pranzi o ceni all’aperto e sopra di te c’è l’appartamento di Wagner dove ha scritto e trascorso gli ultimi anni della sua vita.”
A Milano, invece, il ristorante riflette il carattere dinamico della città, con una proposta più eclettica che spazia tra sapori italiani e suggestioni internazionali. Borghese descrive così la differenza tra le due città: “Milano è una città cosmopolita, più frenetica di Venezia dove è tutto più lento. Siamo di fronte a City Life, tutte le sere c’è dj set perché a me piace la musica, e poi la cucina prende tanto dal mondo che assorbo quando vado in giro“.
Quanto costa mangiare al ristorante di Alessandro Borghese
Nei ristoranti di Alessandro Borghese il concetto di lusso si intreccia con la semplicità, per offrire un’esperienza gastronomica curata ma senza eccessi. Lo chef punta su piatti che esaltano le materie prime e garantiscono porzioni generose, mantenendo un equilibrio tra qualità e accessibilità.
Borghese descrive la sua filosofia con queste parole: “Da me si mangia una cucina di sostanza, non è che vai a mangiare fuori e poi devi mangiare di nuovo, a me piace soddisfare i clienti, sei coccolato, anche i più piccoli.” Un approccio che si riflette nei suoi menu, dove ogni piatto è pensato per appagare il palato senza rinunciare alla raffinatezza.
Lo chef ha più volte sottolineato la volontà di offrire un’esperienza culinaria che unisca qualità e soddisfazione senza eccessi. Tra i piatti più rappresentativi del menu, la cacio e pepe, realizzata con ingredienti selezionati e una tecnica raffinata, viene proposta a 25 euro. Nel menu si trovano anche creazioni più elaborate, come il Dark Bologna, tagliatelle fritte al pecorino con ragù di carne mista, al prezzo di 20 euro.
Per chi cerca un piatto ricco di contrasti e sapori, c’è Winter in Milan, una polenta saracena mantecata al Casera, con crema di taleggio, zucca arrosto glassata all’arancia, pioppini saltati, cime di rapa, noci, chips di tapioca al cavolo viola e gel di vin brulé, proposto a 29 euro.
Come lo stesso Borghese ha spiegato: “Da me mangi la cacio e pepe, puoi fare la scarpetta ma sei in un ambiente di un certo livello, puoi regalarti un’esperienza e non esci dissanguato. Certo, la ristorazione ha dei costi, un posto come il mio ha dei costi, è una ristorazione di fascia alta”.
Un concetto che rispecchia la sua idea di lusso della semplicità, dove il vero valore risiede nella qualità e nell’accoglienza piuttosto che nell’esclusività fine a se stessa.
POTREBBE INTERESSARTI
-
Le città più care d'Europa per gli affitti: un'italiana è seconda
-
Nel Castello Sforzesco sono stati scoperti nuovi passaggi segreti
-
Quanto costa un posto auto a Roma centro: il prezzo è un caso
-
La locanda Buoni e Cattivi e l'invito speciale a Vasco Rossi
-
Boss in incognito al Bioparco Zoom Torino: chi è Umberto Maccario
-
La classifica delle città dove si ordina più pizza in Italia
-
Chiusi per "puzza di pizza": il caso del locale di Portici
-
Venduto un palazzo storico in centro a Milano: chi l'ha comprato
-
Claudio Amendola apre un ristorante a Milano di cucina romana