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Barattoli introvabili: scatta l'allarme per i pomodori italiani

La crisi dell'acciaio si ripercuote sul mercato alimentare italiano: mancano i barattoli per i pomodori e non c'è più latta per fare le conserve

Caso pomodori italiani

Pomodori italiani, scatta l’allarme: non si trova più latta per i barattoli destinati alla conserva. La filiera dei pelati rischia di trovarsi senza contenitori dalla metà di luglio, mese in cui entra nel vivo la raccolta dei pomodori, tra gli alimenti più importanti della dieta mediterranea.

Le principali acciaierie mondiali, legate principalmente all’industria automobilistica, aveva abbattuto la produzione con la diffusione del Covid che ha fatto crollare la domanda sul mercato delle auto. Alcuni generi di consumo, però, con la pandemia hanno subito un vero e proprio boom: tra questi pelati e polpa di pomodoro, presi letteralmente d’assalto.

Con la ripresa dell’economia, i produttori non sono riusciti a tenere il passo della domanda nei vari settori del mercato, restando indietro per quanto riguarda i semilavorati. Il problema più grande è la mancanza della banda stagnata che rischia di mettere in serio pericolo la filiera dei prodotti nei barattoli, dalla polpa alle passate di pomodoro italiane.

Mancano i barattoli per i pomodori italiani: scatta l’allarme

La pandemia ha reso ancora più critica la crisi dell’acciaio nel mondo, mettendo in difficoltà il mercato del pomodoro italiano e quello di tutte le conserve alimentari. L’Italia è leader mondiale nella produzione di derivati del pomodoro e il settore rischia di restare senza barattoli: l’aumento dei prezzi delle materie prime, infatti, si ripercuote sui costi.

Il momento cruciale della lavorazione dei pomodori in Italia coincide tra luglio e settembre: la produzione degli involucri, però, deve essere programmata con largo anticipo. La crisi dell’acciaio ha causato un aumento dei prezzi, andando a influenzare i costi di produzione e, di conseguenza, quelli dei consumatori.

L’acciaio rappresenta l’imballaggio primario per i pomodori e per i legumi, riguardando il 65% del totale. La crisi di materie prime e l’incidenza dei costi si ripercuotono sul packaging: andando a sommare anche altri rincari come quelli dell’energia, del trasporto e i costi legati ad altre componenti della confezione, i prezzi sono destinati a salire.

Quello dei pomodori non è l’unico caso che riguarda la produzione alimentare in Italia. Altri prodotti sono a rischio: lo dimostra l‘aumento dei prezzi delle ciliegie pugliesi, dovuto a costi di produzione sempre più alti.