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Un'anfora di epoca romana è riaffiorata dal mare a Latina

A Latina un bagnante ha trovato un'anfora romana riaffiorata dal mare: l'oggetto potrebbe risalire a un periodo compreso tra il I e il II secolo a.C.

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Mare

Un bagnante che era intento a fare una passeggiata sul lungomare di Latina si è imbattuto nel collo di un’antica anfora che, in base alle prime informazioni emerse, sembrerebbe risalire addirittura al II secolo a.C.. L’oggetto è stato immediatamente consegnato alla Guardia Costiera per consentire tutte le verifiche necessarie a far completa chiarezza sull’inatteso ritrovamento.

Il ritrovamento

Stando a quanto riportato da ‘Il Messaggero’, l’insolito ritrovamento è avvenuto sul lato sinistro del litorale di Latina, all’altezza della sesta passerella, poco dopo Capo Portiere. Si trattava di una giornata molto calda e il mare era particolarmente limpido e trasparente.

Il bagnante che ha ritrovato l’anfora ha avvisato il bagnino più vicino (uno degli assistenti bagnanti della Cooperativa Blue Work Service, che gestisce il servizio di sorveglianza e soccorso in mare sulle spiagge libere del comune pontino). Il bagnino ha subito abbandonato la sua postazione e, prima che qualcuno potesse appropriarsi del reperto o danneggiarlo, ha raccolto con enorme cautela il collo d’anfora, mettendolo in sicurezza e contattando l’ufficio marittimo della Guardia Costiera.

A prendere in carico l’anfora, consegnata dai responsabili della Cooperativa Blue Work Service direttamente nel suo ufficio, è stato il comandante Samuel Sasso.

La tipologia di anfora

In base ai primi riscontri, si tratterebbe del collo di un’anfora Dressel 2-4, che potrebbe risalire a un periodo compreso tra il I e il II secolo a.C.. Il reperto, perfettamente ben conservato, risalirebbe dunque all’epoca romana. Probabilmente, l’anfora è arrivata sulla spiaggia di Latina trasportata dalle correnti nella notte.

Questo tipo di anfore venivano utilizzate nell’antichità per il trasporto via mare di vino, olio e altre merci lungo le rotte commerciali che costeggiavano l’Italia. Sono state avviate ulteriori verifiche sull’oggetto, finalizzate a comprendere con certezza se si tratti effettivamente di un reperto originale o di una riproduzione.

L’altro ritrovamento nel Lazio

Negli stessi giorni del ritrovamento dell’anfora sulla spiaggia laziale, sempre nel Lazio è stato fatto un altro importante rinvenimento: due nuovi frammenti dei Fasti Ostienses sono stati ritrovati nel Parco archeologico di Ostia Antica.

Questi due reperti, rinvenuti in seguito alle indagini effettuate nell’Area B del Parco archeologico, corrispondente al Foro di Porta Marina, sono emersi nel corso della seconda campagna di scavo del progetto Ops – Ostia Post Scriptum, curato dal Parco in collaborazione con l’Università di Catania e il Politecnico di Bari.

I Fasti Ostienses rappresentano una sorta di cronaca incisa su lastre di marmo: riportano notizie preziose sulla storia politica e monumentale di Roma e di Ostia a partire dal 49 a.C. fino al 175 (e forse anche oltre). La loro redazione spettava al pontifex Volcani, cioè la massima autorità religiosa locale dell’epoca.

Il direttore del Parco archeologico di Ostia antica, Alessandro D’Alessio, ha commentato così il ritrovamento: “Si tratta di una scoperta straordinaria, che accresce e integra quanto sappiamo sull’attività di quel grande imperatore che fu Adriano, portando nuove acquisizioni sull’importantissima attività edilizia da lui condotta a Roma, e che riconferma le immense potenzialità dell’antica Ostia per una sempre più approfondita conoscenza e divulgazione del nostro passato”.

Gli scavi hanno portato alla luce anche i resti di diverse decorazioni e vaste porzioni di pavimento a mosaico. Il Ministero della Cultura ha già fatto sapere che presto saranno visibili al pubblico.