In un'anfora in Sicilia trovati resti alimentari di 2300 anni fa
In Sicilia scoperti resti alimentari di 2300 anni fa in un'anfora antica, una testimonianza unica sulla dieta e gli scambi culturali dell'epoca
Tra le colline di Monte Sant’Angelo, vicino a Licata, in Sicilia, un’anfora di oltre 2300 anni fa è emersa durante gli scavi del Finziade Project. La scoperta rappresenta una finestra unica sulle abitudini alimentari e sulle tecniche di conservazione dell’epoca. Ma quali segreti nasconde questa anfora e cosa ci racconta sulla dieta degli antichi siciliani?
Quali sono gli alimenti ritrovati nell’anfora antica siciliana
Un sorprendente ritrovamento archeologico sta svelando dettagli inediti sulla vita quotidiana degli antichi abitanti della regione. Durante gli scavi condotti nell’ambito del Finziade Project, un’anfora di grandi dimensioni ha restituito tracce alimentari risalenti a oltre 2300 anni fa! Il ritrovamento offre uno sguardo unico sulle abitudini alimentari e le tecniche di conservazione utilizzate dagli antichi abitanti della regione.
All’interno dell’anfora sono stati rinvenuti resti di pesci di piccole dimensioni, tracce di olive e frammenti di semi di melograno. Sono elementi importanti che non solo delineano una dieta mediterranea tipica, ma suggeriscono anche un forte legame tra alimentazione, ritualità e commercio.
Le lische di pesce, in particolare, indicano una pesca abbondante e una probabile lavorazione per la conservazione o l’esportazione. Secondo gli esperti, i residui potrebbero essere legati alla produzione di garum, una celebre salsa fermentata di pesce molto apprezzata nel mondo antico.
Tra i reperti analizzati, sono emerse anche tracce di liquamen, una variante economica del garum, usata come condimento in numerosi piatti. Un dato, questo, che conferma l’importanza del pesce non solo come alimento, ma anche come ingrediente fondamentale nella cucina dell’epoca.
Inoltre, le olive e le tracce di olio rinvenute suggeriscono un uso poliedrico, sia alimentare che rituale, mentre i semi di melograno richiamano simbolismi religiosi e culturali.
Il valore del ritrovamento dei resti alimentari a Licata in Sicilia
Gli scavi che hanno portato alla luce l’anfora sono stati avviati nel 2023 nell’area di Monte Sant’Angelo, sotto la guida del Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, diretto da Roberto Sciarratta. Il progetto, diretto dagli archeologi Alessio Toscano Raffa e Maria Concetta Parello, mira a ricostruire l’impianto urbanistico della città greca di Finziade, fondata nel 282 a.C.
Il supporto della comunità locale è stato fondamentale per il successo dell’iniziativa, che si inserisce tra le attività collegate alla nomina di Agrigento come Capitale della Cultura Italiana 2025.
Attualmente, l’anfora è sottoposta a ulteriori analisi chimiche e archeobotaniche per identificare con maggiore precisione i residui alimentari. Le ricerche, condotte da Erika Zane e Ester Vaga, esperte rispettivamente in paleobotanica e archeozoologia, stanno fornendo dati preziosi sulle tecniche di fermentazione e conservazione utilizzate oltre due millenni fa.
La scoperta dell’anfora, oltre a fornire dettagli sugli usi alimentari dell’antichità, rappresenta un importante contributo alla comprensione del commercio mediterraneo dell’epoca. Una volta completate le analisi e il restauro, l’anfora sarà esposta in un museo, permettendo ai visitatori di immergersi in un passato che continua a vivere nelle tradizioni culinarie siciliane.
Il ritrovamento rappresenta una preziosa testimonianza archeologica e un ponte tra passato e presente, capace di narrare una storia di resilienza, scambi culturali e tradizioni alimentari che hanno definito l’identità mediterranea degli antichi abitanti di Finziade.
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