Venezia senza "moeche": "Una roba epocale"
Le moeche, considerate una prelibatezza della cucina tipica lagunare, sono scomparse: colpa dell'estremo caldo dell'estate e della siccità
Con l’arrivo dell’autunno a Venezia inizia la pesca delle moeche, i piccoli granchi della laguna considerati una prelibatezza, ma gli amanti della cucina tradizionale veneta quest’anno saranno probabilmente costretti a rinunciarvi. A causa del caldo record segnato in estate, infatti, le moeche sono praticamente scomparse.
L’allarme è arrivato in occasione della manifestazione Ein Prosit, terminata domenica a Udine. A lanciarlo, come riporta l’Ansa, sono stati Chiara Pavan e Francesco Brutto, gli chef del ristorante stellato Venissa a Mazzorbo: “Non ci sono in questa stagione perché nell’estate, col forte aumento delle temperature, i granchi sono tutti morti. È una roba epocale”.
Le cause della scomparsa delle moeche
Nel corso della manifestazione dedicata alle eccellenze enogastronomiche , in scena dal 20 al 23 ottobre, i due chef hanno spiegato che secondo alcuni pescatori la responsabilità per la mancanza di moeche sarebbe da imputare all’invasione di noci di mare, piccolo meduse che si depositano sul fondo della laguna. Si tratta di una specie aliena molto invasiva, che rappresenta effettivamente una grave minaccia per il delicato ecosistema che caratterizza le acque del Mediterraneo. La siccità, però, è stato il fattore che ha provocato maggiori problemi.
“Anche i moecari, i pescatori specializzati nella cattura di questi prelibati granchi della laguna veneta – hanno proseguito i due chef – sono ridotti a due dozzine tra le isole di Burano, della Giudecca e Chioggia rispetto alle centinaia dei tempi d’oro. Ma è la siccità di quest’anno a pesare su questa tradizione ittica e gastronomica”.
Il cambiamento climatico ha influito in modo drastico sugli ecosistemi lagunari, e le moeche ne hanno pagato le conseguenze, con ricadute anche economiche molto pesanti. L’autunno rappresenta per questi granchi la stagione della muta, il periodo migliore per pescarli perché il carapace non è ancora formato – non è un caso che vengano chiamati anche “granchi nudi” – e il fatto che siano introvabili ha fatto salire le quotazioni alle stelle.
Cosa sono le moeche
Nel dialetto veneziano, “moeche” significa morbide. Questa definizione sta a indicare non tanto il granchio in sé, quanto piuttosto un momento particolare della loro vita, e cioè quando fanno la muta e si presentano senza carapace. È in questo periodo che i pescatori di moeche, i cosiddetti “moecari”, li raccolgono per poi venderli ai ristoranti specializzati in piatti tipici veneti: questi granchi morbidi vengono infarinati e poi fritti, e sono considerati una prelibatezza.
Il fatto che vengano pescati soltanto in un determinato periodo dell’anno ha fruttato alle moeche il soprannome di “pepite di Venezia”. Normalmente vengono vendute tra i 5 e i 7 euro a esemplare, o nei banchi del mercato ittico a quotazioni che oscillano tra 50 e 70 euro/kg. La drastica diminuzione della popolazione in laguna ha portato i prezzi a innalzarsi ancora di più, e per questo molti ristoranti ormai hanno rinunciato a servirli perché incapaci di ammortizzare i costi.
“Non possiamo lavorare facendo la caccia al tesoro – ha detto Chiara Pavan all’Ansa – Preferiamo servire piuttosto specie aliene che ormai hanno invaso i nostri mari. Tra questi il granchio blu che sembra essere stato portato in Adriatico dalle grandi navi che ci raggiungono dall’Atlantico”.
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