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Roma come Disneyland, l'attacco di Le Monde alla Capitale

Le Monde accusa Roma di essere diventata come Disneyland, invasa dal turismo di massa che minaccia l'identità storica e culturale della Capitale

Pubblicato:

Valentina Alfarano

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Le Monde accusa Roma di essere Disneyland

Roma è stata recentemente al centro di un acceso dibattito scaturito da un lungo reportage pubblicato da ‘Le Monde’, che ha paragonato la Capitale italiana a un parco divertimenti. L’inchiesta, ricca di dati e testimonianze, ha evidenziato problemi legati alla gestione del flusso turistico e al progressivo svuotamento del centro storico, sempre più orientato verso le attività ricettive.

Perché Le Monde accusa Roma di essere diventata Disneyland

Il reportage dal titolo “Roma, l’impero del turismo – la ‘disneylandizzazione’ della capitale italiana preoccupa i suoi abitanti” è stato pubblicato nell’ultimo numero di ‘M-Le magazine du Monde’. A firmarlo è stato Allan Kaval, noto per i suoi lavori da zone di conflitto, che questa volta ha puntato l’attenzione sul fenomeno del turismo di massa a Roma.

Kaval ha descritto una Roma soffocata dal turismo di massa, con presenze quotidiane eccessive nei luoghi simbolo della città come Fontana di Trevi, il Pantheon e Piazza Navona. Secondo il giornalista, attraversare queste aree è diventato difficile a causa della presenza costante di tavolini all’aperto e delle continue offerte di cibo da parte dei locali.

L’articolo ha messo in evidenza come molti turisti, non trovando posti a sedere, consumino i pasti seduti su scalinate storiche o persino sugli scalini della Fontana di Piazza della Rotonda. Kaval ha riportato anche l’intervento dei vigili urbani incaricati di evitare questi comportamenti, ma ha sottolineato come ciò contribuisca ad alimentare il malcontento di molti abitanti della città.

La principale critica avanzata da Kaval riguarda la cosiddetta “disneylandizzazione” di Roma. Come riportato sul ‘Corriere della Sera’, il giornalista ha spiegato come diversi romani vedano l’introduzione di un pedaggio per visitare la Fontana di Trevi come un segnale preoccupante: “Il presagio della definitiva trasformazione del centro della città in un parco di divertimenti, in un luogo in cui gli abitanti non avranno più posto. Sembra che la città si sia ritirata per lasciare posto al suo fantasma”.

Come risponde Roma alle accuse di disneylandizzazione

Le tesi avanzate nel reportage hanno trovato parziale conferma nelle parole di Filippo Celata, docente di Geografia economica alla Sapienza, intervistato dal ‘Corriere della Sera’ nell’autunno 2024.

“Gli affitti turistici sottraggono immobili al mercato, aumentano i prezzi e trasformano il tessuto urbano svuotando interi quartieri dei loro residenti, dal 2013 al 2023 i vecchi abitanti del Centro sono calati del 38,5% e del 45% a Trastevere”, ha dichiarato, evidenziando come questo fenomeno stia contribuendo a trasformare radicalmente il tessuto urbano.

Nel suo articolo, Kaval ha riconosciuto anche alcuni interventi positivi da parte del Campidoglio per migliorare l’accoglienza dei turisti, mas oprattutto ha evidenziato come eventi di grande portata, come il Giubileo, possano amplificare ulteriormente il fenomeno dell’overturism.

“Mai la massa dei visitatori ha pesato così tanto sul suo centro storico, un gioiello di stradine acciottolate, centinaia di chiese con i loro splendidi tesori e antiche vestigia incastonate nel tessuto urbano”, ha scritto Kaval.

Intervistato da ‘Le Monde’, l’assessore al Turismo Alessandro Onorato ha respinto con decisione l’accusa di disneylandizzazione, dichiarando che Roma abbia ancora “ampi margini di crescita” e che l’obiettivo dell’amministrazione non sia quello di allontanare i visitatori.

“Non vogliamo dissuadere i visitatori dal venire ma vogliamo attrarre, non siamo Venezia, c’è molto spazio e monumenti in periferia praticamente sconosciuti che devono essere valorizzati come il Parco degli Acquedotti. L’idea è distribuire la massa di turisti nel tempo e nello spazio”, ha affermato Onorato.