Migliaia di cefali nei rii interni di Venezia: è mistero
Da qualche anno i canali interni di Venezia durante i mesi invernali sono popolati da migliaia di cefali ma nessuno si spiega la loro presenza
Venezia, con la sua laguna, è una località famosa in tutto il mondo che attira moltissimi visitatori. Oltre che per la sua lunga storia e il suo vasto patrimonio, la città sta facendo parlare di sé per uno strano fenomeno che avviene ogni anno in questo periodo. Parliamo della presenza di molti cefali nei canali interni veneziani. I cefali, pesci appartenenti alla famiglia dei Mugilidae, sono diffusi in tutto il mondo, in acque salate e salmastre. Sono noti per avere un corpo allungato ricoperto di grandi squame e per la loro capacità di adattarsi a diversi ambienti.
Cefali tra i canali di Venezia: lo strano fenomeno
Negli ultimi anni, un fenomeno insolito ha attirato l’attenzione su Venezia in questi mesi dell’anno: migliaia di cefali si concentrano nei rii interni della città. La presenza di questi pesci nei canali di Venezia è un evento relativamente recente e interessante perché non si era mai verificato in passato secondo la memoria di molti locali. Inoltre, non sembrano esserci testimonianze o documentazioni che parlano di una loro presenza così massiccia nei secoli scorsi.
Il fenomeno è “esploso” nel 2020, forse anche grazie al lockdown che ha reso le acque interne più tranquille e pulite. Da quell’anno in poi si è sempre ripetuto con i cefali che arrivano verso gennaio e si spostano per diverse settimane tra i canali interni e poi tornano in laguna. Quest’anno, le segnalazioni sulla loro presenza sono avvenute maggiormente tra gennaio e febbraio, con avvistamenti nel bacino Orseolo, in rio dei Fuseri e in rio dell’Avogaria. Questa cosa da tempo ha suscitato grande interesse tra i residenti e i turisti di Venezia che si radunano per osservare i banchi di cefali.
Gli esperti del Museo di Storia Naturale di Venezia hanno studiato questo curioso fenomeno per cercare di comprenderlo. La loro ricerca è stata ripresa dal Gazzettino che ha condiviso alcuni dati. Secondo Luca Mizzan, responsabile del museo, i cefali che si affollano nei rii sono sempre della stessa specie, ovvero il cefalo calamita detto anche Liza ramada o Chelon ramada. Qualche anno fa, nella zona dell’Arsenale sono stati trovati esemplari tra i 30 e i 40 centimetri, mentre quest’anno i più grandi sembrano essere sui 25 centimetri.
Le ipotesi sulla presenza dei cefali nei canali veneziani
Nonostante gli sforzi degli esperti, una spiegazione convincente sul perché i cefali si comportino in questo modo ancora non c’è. Tra le ipotesi avanzate, c’è quella che i pesci potrebbero essere attratti dalla temperatura dell’acqua nei canali interni che dovrebbe essere più calda a causa degli scarichi. Inoltre, in queste aree interne sarebbe per loro più facile trovare cibo. Un’altra ipotesi è che i cormorani, che cacciano nel Canal Grande, potrebbero spingere i cefali a rintanarsi nei rii più interni.
Tra le curiosità, c’è il fatto che i cefali hanno iniziato questo strano comportamento in maniera massiccia quasi in contemporanea con l’entrata in attività del Mose. Il Mose è il sistema di dighe mobili pensato per proteggere Venezia dall’acqua alta. Al momento, però, sarebbe solo una coincidenza. I lavori del Mose hanno portato di certo mutamenti all’ecosistema marino. Non ci sono, però, prove che questo abbia un impatto diretto sulla presenza dei cefali nei canali. Quello che si sa per certo è che l’aumento della temperatura delle acque sta cambiando la fauna ittica presente, non solo a Venezia ma in tutto il Mediterraneo.
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