Questo sito contribuisce all’audience di

Virgilio InItalia

Granchi blu a Ladispoli: cosa sono e perché c'è da preoccuparsi

Segnalata a Ladispoli la presenza del granchio blu dell'Atlantico: è una delle due specie aliene di granchi blu giunte da poco nel Mediterraneo

Ladispoli, avvistati granchi blu: sono pericolosi

Il primo granchio blu è stato avvistato il 24 luglio 2022 nelle acque di Torre Flavia, a Ladispoli, e in pochi giorni si è arrivati a 15 segnalazioni del crostaceo azzurro sul litorale laziale.

Il granchio blu dell’Atlantico, nome scientifico Callinectes sapidus, è originario delle coste del Nord America e deve essere giunto nel Mediterraneo, come tante altre specie che hanno inavvertitamente raggiunto i nostri mari, trasportato dall’acqua di zavorra delle navi.

Si tratta di una specie aliena il cui arrivo preoccupa gli esperti: il granchio reale blu è un crostaceo particolarmente aggressivo e invasivo, che rischia di mettere a rischio l’ecosistema marino dei nostri mari in poco tempo.

I granchi blu alieni sono due: i rischi

Il granchio blu reale, o dell’Atlantico, rinvenuto a Torre Flavia potrebbe essere facilmente confuso con un’altra specie di granchio azzurro originaria di mari lontani e presente ormai da anni nelle acque del Mediterraneo, il granchio blu del Mar Rosso, o granchio blu africano, nome scientifico Portunus segnis.

Sono entrambi blu, sono di dimensioni simili (circa 20 centimetri al massimo in larghezza), hanno diete e comportamenti assimilabili, e sono stati entrambi segnalati in acque italiane in tempi recenti.

Quello rinvenuto a Ladispoli, nome scientifico Callinectes sapidus, è molto noto e commercializzato negli Stati Uniti come ingrediente di piatti prelibati, ed è stato segnalato negli ultimi anni sulle coste italiane dell’Adriatico, soprattutto in Abruzzo e in Romagna.

Vorace ed estremamente invasivo, sopporta bene gli sbalzi di salinità e per questo si trova spesso in corrispondenza di paludi ed estuari e non teme affatto il riscaldamento dei nostri mari.

Il granchio blu è più aggressivo, più grande e più forte dei piccoli granchi autoctoni del Mediterraneo: con le sue forti chele può rovinare attrezzature da pesca e sterminare le popolazioni di pesci locali. Presenta inoltre delle spine molto acuminate sul carapace, che possono ferire chi inavvertitamente dovesse entrarci in contatto.

“Si cibano di ogni cosa nel mare”, spiega Corrado Battisti, gestore dell’oasi in cui è avvenuto l’ultimo ritrovamento: “Aiutandosi con le loro chele divorano pesci e anche i granchi della nostra costa”, oltre a molluschi e pesci.

Granchio blu: un aggressivo predatore alieno

La segnalazione dei granchi blu dell’Atlantico sulle coste del Tirreno non può che preoccupare gli esperti: il fenomeno sembra difficile da controllare, perché la specie è molto resistente e si riproduce molto velocemente.

Sia il Callinectes sapidus avvistato a Torre Flavia sia il Portunus segnis – di cui si hanno avute notizie di recente dalle acque di Lampedusa – sono specie note per essere particolarmente aggressive e invasive, anche perché i nostri mari non ospitano i loro predatori naturali.

Gli eventi che hanno seguito l’arrivo del granchio blu del Mar Rosso nel Mediterraneo, in particolare, sono utili a comprendere quali siano i rischi connessi con l’invasione del granchio blu, che sia dell’una o dell’altra specie.

Segnalato per la prima volta sulle coste della Tunisia nel 2014, il granchio blu del Mar Rosso provocò sin da subito ingenti danni al comparto della pesca, decimando i pesci destinati al consumo e distruggendo le reti dei pescatori.

La protesta degli operatori in Tunisia coinvolse addirittura la FAO, che non potendo in alcun modo contenere l’invasione dei granchi blu aiutò la popolazione locale a trarre vantaggio dalla presenza dei crostacei azzurri. Oggi, in Tunisia, i granchi blu vengono pescati con delle speciali palme ed esportati in diversi Paesi a scopo alimentare.

È per questo che quando la presenza di Portunus segnis è stata segnalata nell’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie e all’interno del porto di Lampedusa, l’ISPRA invitò subito i pescatori, i subacquei e la cittadinanza a segnalare l’eventuale avvistamento di altri esemplari del granchio.

Ed è per questo che è importante segnalare eventuali avvistamenti alle istituzioni o agli enti di ricerca che si occupano del monitoraggio ambientale: un’espansione incontrollata del granchio blu dell’Atlantico nel Mar Tirreno, che ospita sempre più specie aliene, potrebbe costituire un serio rischio per l’ecosistema marino e non solo.