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Tra vampiri, templari e Sacro Graal il borgo di Acerenza è un crocevia di misteri

Il borgo in provincia di Potenza custodisce una maestosa cattedrale ricolma di fascino e mistero, crocevia di leggende antiche e misteriose

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Il borgo di Acerenza, uno dei più belli d’Italia, è incastonato in provincia di Potenza, in Basilicata, protetto dai monti potentini. Il suo territorio è fitto di leggende e misteri che si sono evoluti all’ombra dell’imponente cattedrale, vero e proprio simbolo della cittadina che conserva tra i vicoli del centro storico storie e leggende di profondo fascino e mistero.

Tra vampiri e templari il borgo di Acerenza è pieno di misteri 1

Secondo antiche leggende la meravigliosa e imponente cattedrale custodirebbe arcani segreti legati alle leggende arturiane che si mescolano con affascinanti racconti legati ai cavalieri templari.

C’è chi giura che in queste terre sia custodito il Santo Graal, il misterioso calice  dove sarebbe stato raccolto il miracoloso sangue di Cristo e che avrebbe mirabolanti proprietà sovraannaturali, capace di eccezionali prodigi. Tra vampiri e templari il borgo di Acerenza è pieno di misteri

Acerenza, in pieno Medioevo, è stata crocevia di passaggio per i cavalieri diretti in Terra Santa negli anni in cui le Crociate, guerre religiose promosse dalla Chiesa per tentare di riconquistare i luoghi cardine della vita di Cristo, erano in pieno svolgimento. La tradizione racconta che il fondatore dell’ordine dei Templari, Ugo Dei Pagani, sia nato proprio in Basilicata, a poca distanza da Acerenza.

Tracce dei templari sarebbero riscontrabili analizzando alcune sculture che adornano la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio. C’è poi una finestra murata nella cripta che ha alimentato da secoli le più fervide fantasie: non sono pochi coloro che credono che la nicchia custodisca proprio il leggendario calice da dove Gesù bevve durante l’ultima cena e che venne usata da Giuseppe D’Arimatea per raccogliere il sangue di Gesù nei momenti più concitati della Passione di Cristo.

Ma il borgo lucano non è legato soltanto a leggende che ruotano attorno a templari e Santo Graal. Secondo alcuni studiosi la città-cattedrale custodirebbe i resti della figlia del conte Vlad III di Valacchia, il famigerato conte Dracula che popola da sempre gli incubi di mezzo mondo. L’ipotesi è emersa a seguito del ritrovamento su una delle mura della Cattedrale di un drago alato, simbolo del nobile della Transilvania. Le sculture di creature che mordono sul collo vittime sacrificali aggiunge ulteriori indizi all’ipotesi, inoltre nella cripta è possibile intravedere anche il demone Lilith che secondo la leggenda compariva soltanto di notte per nutrirsi del sangue delle vittime che trovava sul suo cammino.