Spiagge libere modello "Temptation Island": l'idea in Liguria
Il modello proposto da Genova prevede una spiaggia libera divisa in aree, con le famiglie in zone numerate da una parte e i bagnanti singoli dall’altra
Sono tanti gli italiani che si domandano che ne sarà di questa estate 2020.
Tra le varie ipotesi su come trascorrere le proprie vacanze al mare in tempo di Coronavirus, spicca il modello proposto dalla Liguria, che ricorda vagamente il famoso reality “Temptation Island”. Con la differenza che a essere separate non sono le coppie.
L’idea, partita da Genova, è quella di una spiaggia libera divisa in aree, con le famiglie in zone numerate da una parte e i bagnanti singoli dall’altra, a distanza di un metro, così da ottimizzare gli spazi.
Il sistema, su cui sta lavorando il Comune di Genova e che dovrebbe essere pronto per il 25 maggio, prevede una divisione dei litorali in lotti numerati.
Poiché l’affluenza alle spiagge potrebbe essere maggiore rispetto alla reale capienza, si è ipotizzato di suddividere inizialmente quelle libere più grandi e frequentate in aree di 10 metri quadrati. A ogni singolo o nucleo familiare verrebbe quindi assegnato il numero corrispondente allo spazio che andrebbero a utilizzare.
Il Comune di Genova sta, inoltre, studiando un modo per consentire all’operatore che consegna il numerino di accedere a un sistema informatico, app o sito, che fornisca un quadro aggiornato della disponibilità dei posti in spiaggia e che permetta anche ai cittadini di conoscere la situazione dei litorali.
Gli accessi andranno regolati, ma chi vorrà frequentare la spiaggia libera non dovrà pagare. I bagnanti non avranno alcun obbligo se non quello di rispettare le distanze di sicurezza, occupando con rigore i propri stalli, proprio perché limitati. Una volta usciti dalla spiaggia, infatti, lo spazio dovrà essere restituito, a meno che non si tratti di andare a pranzo e tornare.
Nel modello proposto da Genova, con le famiglie da una parte e i singoli dall’altra, a vigilare sul rispetto delle distanze potrebbero essere sia i titolari degli stabilimenti balneari vicini, che avrebbero la possibilità di affittare sdraio e ombrelloni, sia la polizia locale, i volontari o anche associazioni sportive.
Il documento dovrà tuttavia essere perfezionato anche sulla base delle esigenze di Comuni più piccoli, e a tal riguardo sono al lavoro gli uffici dell’Anci, guidati dal direttore Pierluigi Vinai.
In attesa che i sindaci dei 46 Comuni liguri che hanno spiagge libere sul proprio territorio riescano a capire come gestire al meglio le nuove regole anti-contagio per l’estate alle porte, la Regione si è già detta disponibile a dare un contributo economico, una volta che sarà stato individuato un modello condiviso.
Intanto, il governatore Giovanni Toti ha annunciato che dal primo giugno, in Liguria, potranno riaprire anche i centri estivi per i bambini sopra i tre anni.
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