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Alle Saline di Priolo tornano i fenicotteri: perché erano spariti

Dopo anni di assenza sono tornati i fenicotteri rosa alle Saline di Priolo, un contesto naturale complesso al centro di progetti di tutela ambientale

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Valentina Alfarano

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Fenicotteri rosa alle Saline di Priolo

Nell’area protetta alle porte di Siracusa, lungo una costa segnata da decenni di industrializzazione, è riapparsa una delle presenze più iconiche del paesaggio mediterraneo: il fenicottero rosa. Dopo tre anni di assenza, il ritorno della specie alle Saline di Priolo segna un nuovo capitolo nella storia naturalistica del sito. La notizia arriva dalla Riserva Naturale Orientata, affidata alla gestione della LIPU, che rappresenta da oltre vent’anni un punto di osservazione privilegiato della biodiversità siciliana.

Come sono tornati i fenicotteri rosa nella riserva di Priolo

“La natura ha dimostrato di poter ancora vincere” ha dichiarato l’assessore regionale al Territorio, Giusi Savarino, commentando il ritorno della specie. A suo avviso,”Il ritorno del fenicottero rosa non è solo una conquista ecologica, è un segnale potente che ci invita a credere in una Sicilia capace di rinascere, anche nei territori più complessi”, come si legge sul ‘Corriere della sera’.

Ha aggiunto che, pur restando alcune criticità aperte, questo evento può essere letto come un’opportunità di rilancio per il territorio: “Ovviamente non tutti i problemi della zona sono risolti ma questo è un bell’esempio di come le strade per la ripartenza di un’area anche degradata possano essere molteplici e avvincenti”.

Il ritorno del fenicottero rosa è stato reso possibile dall’insediamento di un nuovo gruppo di esemplari. Il nucleo ha scelto di nidificare all’interno dell’area umida protetta, dando seguito a una tradizione inaugurata nel 2015, quando fu documentata per la prima volta in Sicilia la presenza stanziale della specie.

Le Saline di Priolo ospitano una delle comunità avifaunistiche più ricche d’Italia. Si contano 216 specie di uccelli, pari a circa il 40% del totale nazionale. Alcune presenze sono rare, come la Sterna maggiore, che utilizza l’area come punto di sosta durante le migrazioni autunnali, o come la Moretta tabaccata, il Mestolone e la Volpoca, i cui primi casi di nidificazione siciliana sono stati proprio documentati nella riserva.

Tra le specie osservate anche esemplari di grande interesse per gli studiosi: dal Corriere di Leschenault al Beccaccino stenuro, dalla Sterna di Ruppell alla Silvia di Ruppell, fino al Chiurlottello. La varietà faunistica si estende anche a rettili e anfibi, come il Discoglosso dipinto o la Podarcis wagleriana, specie endemica dell’isola.

Nel 2021, un giovane fenicottero partito da Priolo ha raggiunto la riva sud del Golfo Persico, percorrendo oltre 4.500 chilometri. Un viaggio documentato come uno dei più lunghi tra continenti mai compiuti da un esemplare della specie.

Perché i fenicotteri avevano abbandonato le Saline di Priolo

La Riserva Naturale Orientata Saline di Priolo è stata istituita nel 2000 con l’obiettivo di proteggere un ambiente formato da bacini salmastri, canneti e distese di Salicornieti, elementi fondamentali per la sosta e la riproduzione dell’avifauna. Situata nel territorio di Priolo Gargallo, dista circa 4 chilometri a sud dal centro abitato, in un’area compresa tra i Siti Inquinati di Interesse Nazionale (SIN).

Il fenicottero rosa aveva interrotto la nidificazione nella zona nel 2021, dopo l’esplosione di fuochi d’artificio avvenuti in prossimità della riserva. L’episodio si era verificato in una zona adiacente, sede di mercati ed eventi, e aveva provocato l’abbandono della colonia: da allora, non si erano registrate nuove nidificazioni fino alla stagione attuale.

A tal proposito, l’assessore Giusi Savarino ha dichiarato: “Non possiamo più permettere che vi siano fenomeni diversi che mettano a rischio questo patrimonio naturale unico. La sfida non è impedire le attività economiche vicine, ma costruire insieme regole chiare e condivise. Dobbiamo lavorare per una convivenza intelligente, che permetta agli operatori commerciali di continuare le loro attività, ma nel pieno rispetto della legge e della biodiversità. È un dovere verso le future generazioni”.

E ha infine sottolineato: “Le Saline hanno offerto al territorio un’occasione rara di riconversione d’immagine, attirando migliaia di visitatori ogni anno, anche dall’estero, e restituendo alla comunità un luogo di bellezza, pace e speranza. Preservare questo miracolo della natura significa tutelare anche un’opportunità turistica e culturale che può rappresentare il motore di una nuova economia sostenibile”.