In Salento cresce una misteriosa "mela"
Dove trovare la Maclura pomifera, o gelso degli Osage, la misteriosa grande mela rugosa che cresce nei giardini del Salento (e non si può mangiare)
In alcuni giardini d’Italia cresce un frutto affascinante e misterioso, che sembra una mela e che proviene dalle grandi praterie degli Stati Uniti d’America. La pianta su cui cresce il curioso frutto, che non si può mangiare, si chiama Maclura pomifera: venne introdotta in Italia nel 1827, dove conobbe una certa diffusione tra la Toscana e il Lazio.
Ma la Maclura pomifera, conosciuta anche come gelso del Texas, cresce anche in Salento: a portarla per la prima volta in Terra d’Otranto fu il missionario Eugenio Vetromile, che per quasi vent’anni fu sacerdote in Canada, presso la tribù indiana degli Abenaki.
Maclura pomifera, la mela misteriosa che cresce in Salento
Passeggiando nel giardino di Villa Fuortes, a Santa Maria di Leuca, o per le strade di Gioia del Colle si possono incontrare strani frutti autunnali, simili a delle grandi mele gialle e butterate. Sono i frutti della Maclura pomifera, una pianta rarissima in Italia, originaria del Nord America. Negli Stati Uniti viene anche chiamata gelso del Texas, melo dei cavalli, gelso degli Osage o legno d’arco, poiché la tribù nativa degli Osage, che dominava la valle del fiume Ohio, ne ricavava legno per costruire i propri archi.
Il legno della Maclura pomifera è molto flessibile e resistente, ma i suoi frutti non sono commestibili: le grandi mele rugose che compaiono sulla pianta tra settembre e ottobre producono un succo lattiginoso e irritante, e non possono essere consumati dagli umani. I semi, però, sono una buona fonte di nutrimento per gli scoiattoli e, se tostati, possono essere mangiati anche dalle persone.
Nonostante l’odore fruttato, la mela misteriosa in realtà è tutt’altro che una mela: appartiene alla famiglia delle Moracee, quella dei gelsi e delle piante del genere Ficus. Le foglie sono simili a quelle dell’arancio, e la sua naturale spinosità l’ha resa nei secoli molto apprezzata per la realizzazione di siepi frangivento e in grado di contenere il bestiame. Tutt’oggi, la Maclura pomifera viene utilizzata soprattutto a scopo ornamentale e per la realizzazione di siepi “spinose”.
Maclura pomifera in Puglia e non solo: dove si trova
Quando diventa un albero adulto, la Maclura pomifera perde le caratteristiche spine: quello che resta è un piccolo albero dalla folta chioma, delicatamente profumato e perfetto per adornare parchi ed eleganti giardini. In Italia ve ne sono alcuni rari esemplari a Roma, nel Parco Volusia, e nel Parco regionale Veneto del Delta del Po.
La misteriosa mela dei nativi americani cresce anche in alcuni giardini del Salento: un esemplare, si legge su ‘Repubblica’, si trova sulla Cutrofiano-Aradeo, “un altro paio a Villa Fuortes, sede della pro loco di Santa Maria di Leuca sul lungomare Cristoforo Colombo”.
A Gioia del Colle se ne trovano nel Giardino Paolo VI e nel Giardino didattico in via dei Padri Riformati: qui le piante di Maclura pomifera vennero introdotte, insieme ad altri gelsi, nel 1856, quando si decise di sperimentare la coltura dei gelsi per l’industria del baco da seta nel territorio cittadino.
Diversi alberi di Maclura pomifera si trovano poi lungo la recinzione di villa Vetromile a Sannicola, divenuta poi villa Starace e infine Villa Excelsa: sono gli esemplari del giardino del padre missionario Eugenio Vetromile, a cui si deve l’introduzione della pianta nel territorio salentino. Lo scrittore e presbitero, originario di Gallipoli, visse per lungo tempo nel Maine e in Canada presso la tribù indiana degli Abenaki, dove scoprì il curioso frutto.
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