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Allarme in Italia: alberi e frutti si stanno rimpicciolendo

Nuovo allarme in Italia: a causa del forte caldo e della scarsità d'acqua alberi e frutti stanno diventando di dimensioni sempre più piccoli

alberi e frutti si stanno rimpicciolendo

Diversi agricoltori dell’Emilia Romagna hanno denunciato che vedono un numero sempre maggiore di piante e di frutti che stanno diventando sempre più piccoli. Il fenomeno è stato affrontato anche da esperti come il Professor Stefano Mancuso, botanico e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale, che ha spiegato quello che sta succedendo.

Il fenomeno della “nanizzazione” delle piante

Si chiama “nanizzazione” delle piante quel fenomeno per cui le specie vegetali diventano sempre più piccole. È un fatto che non riguarda una specie particolare, ma sembra colpire tutto il mondo vegetale. La ragione per cui le piante restringono le loro dimensioni è perché devono conservare acqua.

La crisi climatica che stiamo affrontando con il conseguente aumento delle temperature e i problemi di siccità sta colpendo anche le piante.Anche le piante soffrono “lo stress” per la situazione attuale e mettono, quindi, in atto dei meccanismi di sopravvivenza. L’ acqua è un elemento essenziale per la loro sopravvivenza e la sua scarsità fa sì che queste riducano la loro attività di crescita. Per questo si vedranno piante e frutti di dimensioni più piccole. Questo fenomeno è già molto diffuso nelle piante di pomodori e pere, ad esempio.

Le spiegazioni dell’esperto

Il Professor Stefano Mancuso che è un esperto botanico ha parlato di questo evento durante un’intervista con La Repubblica. Secondo Mancuso il fenomeno della nanizzazione delle piante è sempre più diffuso. In queste situazioni di caldo estremo e scarsità d’acqua il mondo vegetale tende a trovare delle soluzioni per garantirsi la conservazione. Questo comporta anche cambiamenti nel loro modo di nutrirsi e nella loro fisionomia. Ecco come ha spiegato questa situazione il Professor Mancuso a La Repubblica: “Il fenomeno della nanizzazione delle piante è sempre più diffuso. L’acqua è un fattore determinante per la loro crescita: molte non ce la fanno, ma, ad esempio, le piante arboree, come i peri, mettono in atto delle strategie di sopravvivenza, bloccando appunto l’attività di crescita, anche dei frutti. E c’è un’altra cosa che sta succedendo nei vivai”.

L’esperto, quindi, continua affermando che anche gli alberi dei vivai (che hanno acqua) stanno incontrando diversi problemi a causa delle alte temperature che impediscono loro di fotosintetizzare. Ecco la spiegazione completa: “I vivaisti raccontano che i loro alberi non crescono anche se hanno l’acqua, perché a causa delle temperature la pianta non fotosintetizza. Per fotosintetizzare la pianta ha bisogno di aprire gli stomi e far entrare aria e CO2, ora nel momento in cui li aprono non solo entra quello ma esce vapore acqueo. Così per trattenere l’acqua non lo fanno.”

Possibili soluzioni da adottare

Per affrontare questa situazione di emergenza secondo il Professor Mancuso bisogna cominciare ad abituarsi al cambiamento e mettere in atto delle nuove soluzioni. Sembra che i nostri territori saranno caratterizzati da un patrimonio animale e vegetale sempre più diverso e più simile alla zona tropicale. La flora a cui noi siamo abituati si sposterà più a settentrione, verso altitudini più alte. Per questo c’è la necessità di intraprendere subito delle azioni. Tra le attività che si possono attuare c’è l’ombreggiamento e l’irrigazione sovrachioma per rinfrescarle. Ecco le parole del Professore Mancuso “Le piante vanno irrigate in maniera regolare e bisogna ridurre l’irraggiamento solare. Una pratica che potrebbe essere utile è l’ombreggiamento con delle reti sui frutteti per abbassare la temperatura. Possiamo anche immaginare dei cambi di varietà in modo che si adattino alle nuove esigenze”.

La complicazione è che l’uomo non ha cercato di prevenire questa situazione perché non ha mai immaginato che avrebbe dovuto affrontare il problema della siccità. Per questo non sono ancora state ideate delle soluzioni ad hoc.  Tra le azioni che si possono intraprendere in maniera più rapida viene suggerito dal Professore di creare degli invasi e sfruttare di più i piccoli laghetti collinari.