Sabbie mobili: l'allarme dei geologi italiani sui rischi
Dopo la morte di un uomo inghiottito dalle sabbie mobili in un lago della Liguria la Società Italiana di Geologia Ambientale ha lanciato un allarme
Dopo la scomparsa di un uomo in un lago ligure, perché inghiottito dalle sabbie mobili, la Società Italiana di Geologia Ambientale ha lanciato un allarme. L’invito è quello di porre sempre più attenzione ai mutamenti, anche repentini, delle condizioni ambientali e non sottovalutarli.
Un uomo è stato inghiottito dalle sabbie mobili in Liguria
Era il 20 luglio, un caldo sabato estivo, quando Gabriele Zolezzi, insieme a un amico, si trovava al lago di Giacopiane, un bacino artificiale nel Comune di Borzonasca in provincia di Genova. Quella che era una felice giornata si è presto trasformata in tragedia perché l’uomo è stato inghiottito dalle sabbie mobili. Questo lago situato nell’entroterra del Levante in Liguria sorge a 1015 metri di altitudine mentre subito sotto sorge un altro laghetto più piccolo, noto come Pian Sapeio. Per accedere all’area del lago di Giacopiane è richiesto il pagamento di un biglietto di 1 euro per chi è a piedi e 5 euro per chi accede in auto.
Gabriele Zolezzi conosceva bene la zona e molto probabilmente proprio per questo motivo l’uomo avrebbe abbassato l’attenzione e sottovalutato il pericolo. Sembra che nel momento in cui stava uscendo dall’acqua si sia avvicinato, forse inavvertitamente, alla zona interdetta dove si trovano le sabbie mobili e lì è sprofondato del fondale melmoso. L’amico che era con lui ha detto di essersi girato un attimo e poi di non averlo più visto.
I Vigili del Fuoco dopo parecchie ore di ricerche hanno recuperato il corpo dell’uomo. Bisogna dire che nella zona ci sono molti cartelli che segnalano sia il “divieto di balneazione” sia il “pericolo di sabbie mobili” ma sembra non vengano rispettati. Ora tocca alle Forze dell’Ordine del territorio di Genova proseguire con l’inchiesta per capire cosa sia veramente successo.
Le dichiarazioni della Società Italiana di Geologia Ambientale
La tragica vicenda avvenuta al lago di Giacopiane ha scosso molto gli abitanti del comune di Borzonasca che grazie al lago e al suo parco richiama visitatori anche dai comuni vicini. Sul fatto si è espressa anche la Società di Geologia Ambientale che ha lanciato l’allarme su come spesso le persone non percepiscano o sottovalutino le situazioni di pericolo. Per questo motivo sarebbe doveroso fare maggiore formazione in merito. ‘Agi’ ha riportato in merito le spiegazioni di Antonello Fiore, geologo e Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale: “La tragedia verificatasi sulle rive del lago artificiale di Giacopiane deve riportare l’attenzione sui pericoli territoriali e come sia sempre più necessario promuovere la conoscenza dei fenomeni che possono mettere a rischio la nostra vita.”
In seguito, poi lancia l’allarme sul rapido cambiamento delle condizioni ambientali e climatiche e su come queste possono essere pericolose per l’uomo: “Con le condizioni ambientali in continua evoluzione in seguito al cambiamento climatico dobbiamo essere molto più attenti ai luoghi che frequentiamo e alle azioni che compiamo, luoghi e azioni che pensiamo, per consuetudine, di essere sicure. Non dimentichiamo che di recente molte persone hanno perso la vita nei pressi dei corsi d’acqua perché non sono stati in grado di percepire il pericolo reale del luogo dove si trovavano”.
Sempre ‘Agi’ poi si leggono le spiegazioni del geologo Antonello Fiore sul fenomeno delle sabbie mobili e come questo sia insidioso e spesso non percepito come tale: “Il fenomeno delle sabbie mobili o di profonde sacche di fango, ambienti dove si crea un’interferenza tra i sedimenti sciolti e l’acqua che li satura è molto insidioso perché l’acqua crea una spinta dal basso verso l’alto alle terre fino a far galleggiare i granuli che quindi non hanno nessuna consistenza per poter sopportare un peso, e se queste sacche sono profonde, lo sprofondare completamente diventa letale. Sabbie mobili o chiazze di fango inconsistenti, comuni negli invasi artificiali, sono insidie poco percettibili e che possono non lasciare scampo essendo impossibile trovare punti resistenti cui aggrapparsi.”
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