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Chi è l'orsa JJ4 del Monte Peller in Trentino: la sua storia

Storia e destino dell’orsa JJ4: l’attacco nel 2020 per difendere i cuccioli, il radiocollare scarico e la proposta della LAV per evitare l’abbattimento

L’orsa JJ4 è stata individuata come la responsabile dell’attacco che ha provocato la morte del giovane runner Andrea Papi, ucciso mentre faceva attività sportiva nei boschi della Val di Sole, nella località trentina di Caldes. L’orsa – che è stata individuata grazie all’esame del dna – era già stata condannata a morte nel 2020, quando aggredì due cacciatori sul Monte Peller, che riuscirono a salvarsi.

L’orsa JJ4, che appartiene alla prima generazione di plantigradi “importati” dai boschi della Slovenia per il ripopolamento dell’arco alpino, fu allora salvata dal tempestivo intervento della LAV, che torna a proporre una soluzione alternativa all’abbattimento dell’animale.

Chi è l’orsa JJ4: ha già attaccato per difendere i cuccioli

L’orsa JJ4 è nata nei boschi del Trentino nel 2006: figlia di Joze e Jurka, giunti in Italia dalla Slovenia nell’ambito del progetto di ripopolamento alpino “Life Ursus”, l’orsa individuata come responsabile della morte del giovane sportivo Andrea Papi è un individuo adulto e già noto al corpo forestale della Provincia di Trento e agli abitanti della zona.

JJ4 si era già resa protagonista di un altro attacco nei boschi del Monte Peller, nel 2020: quella volta i due uomini aggrediti, due cacciatori, riuscirono a salvarsi. JJ4 venne subito giudicata un “animale pericoloso”, e scampò alla condanna a morte – poi tramutata in cattura e reclusione nel centro faunistico di Casteller – grazie all’intervento della LAV, che impugnò l’ordinanza di cattura poi annullata dal TAR di Trento.

Quando attaccò i due cacciatori nei boschi, l’orsa era infatti accompagnata “da tre cuccioli dell’anno” e – come si legge nel rapporto stilato dagli ufficiali sulle testimonianze delle persone aggredite riportato da ‘Repubblica’ – “si è trattato, con ogni probabilità, di un comportamento di attacco (con contatto fisico) per difendere i piccoli”. L’orsa, che allora aveva 14 anni, è stata quindi lasciata in libertà per poter accudire i suoi cuccioli, che nel caso di questi grandi mammiferi hanno bisogno di cure parentali per almeno due anni dopo la nascita.

JJ4 e M49, condannati a piede libero

Appena un mese dopo la prima aggressione l’orsa JJ4 è stata individuata geneticamente, catturata, marcata con radiocollare e rilasciata in libertà – pur costantemente monitorata, alla stregua dell’orso fuggitivo M49, ormai soprannominato Papillon in omaggio al film con Steve McQueen e Dustin Hoffman.

JJ4 e M49 erano considerati già nel 2020 degli osservati speciali, tanto che venne diffusa una mappa, accessibile online a cittadini ed escursionisti, per individuare i due pericolosi plantigradi: su quella mappa, oggi, “non sono presenti orsi con radiocollare che trasmettono le posizioni”.

Il radiocollare di JJ4 risulta scarico, mentre il fuggitivo M49 è riuscito a liberarsi del collare nell’estate dello stesso anno, facendo perdere le proprie tracce poco tempo dopo l’ultima fuga dal centro di Casteller.

Quello che oggi pende su entrambi gli orsi non è un semplice mandato di cattura: nel febbraio 2022 il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti aveva infatti dichiarato che “eventuali ulteriori esemplari che mettano a rischio la sicurezza pubblica saranno rimossi mediante abbattimento”. Il futuro dell’orsa JJ4 sembrerebbe inevitabilmente segnato: l’animale, stando alla Provincia di Trento, deve essere eliminato.

Il futuro di JJ4: la LAV propone un’alternativa all’abbattimento

L’unica speranza per JJ4 proviene ancora una volta dall’attività dell’associazione ambientalista LAV, che ha già richiesto ufficialmente la sospensione dell’ordine con una lettera inviata al Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti e al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

La LAV si è proposta di trasferire l’orsa in un rifugio sicuro: “l’Ordinanza del Presidente Fugatti che ne dispone l’uccisione è quindi inutile”, spiega l’associazione, “ed eseguirla comunque, essendoci un’alternativa concreta che la Provincia ha il dovere di vagliare, può integrare il reato di uccisione di animale non necessitata”. Il futuro di JJ4, quindi, non è ancora scritto nella pietra.

Nel frattempo, in Val di Sole, il direttore del distretto forestale di Malè, Fabio Angeli, invita a evitare i boschi: “Finché non avremo rimosso l’animale”, spiega Angeli, “è meglio non fare nessuna attività in tutta l’area, piuttosto grande, che l’Orsa può coprire in questa parte della Val di Sole”.