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Anche Milano invasa dai lucchetti: cosa sono le keybox

Centinaia di portachiavi con lucchetto sono ormai sparse per tutta Milano, spesso deturpando facciate di palazzi e monumenti: cosa sono le keybox

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Giulia Sbaffi

Giulia Sbaffi

Web content writer

Web content writer appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Curiosa per natura, le piace tenersi informata su ciò che accade intorno a lei.

Keybox

Non sono passati molti anni da quando, sulla scia di un film romantico per i più giovani, le grandi città e i piccoli borghi italiani si erano ritrovati sommersi di lucchetti che volevano simboleggiare l’amore eterno. Stavolta è Milano ad esserne invasa, ma il significato è ben diverso: non più un gesto da innamorati, bensì un segno dell’inarrestabile ondata di affitti brevi gestiti da privati, che in una metropoli come il capoluogo lombardo è quasi diventata una piaga. Scopriamo cosa sono le keybox e perché rappresentano un problema.

Milano, l’invasione dei lucchetti

Appese lungo le facciate di palazzi storici, tra le ringhiere che circondano i monumenti più famosi di Milano, sulle panchine e persino ai pali della luce e ai cartelli stradali: sono le keybox, ovvero piccole scatoline dotate di lucchetto all’interno delle quali vengono riposte le chiavi d’ingresso agli appartamenti messi in affitto sui vari portali per le vacanze.

Inutile addentrarsi nell’annosa questione degli affitti brevi, ormai una vera e propria “piaga” che riduce notevolmente la disponibilità di alloggi per chi cerca una sistemazione fissa, a favore dei turisti in vacanza. Ma quello rappresentato dalle keybox è un altro problema da affrontare, che riguarda stavolta il decoro pubblico. In effetti, Milano è stata letteralmente invasa dai lucchetti, che negli ultimi anni sono aumentati a dismisura.

Appaiono nei luoghi più improbabili, spesso rovinando l’estetica di palazzi storici e di monumenti che, in questo modo, perdono gran parte del loro fascino. Sono indubbiamente utili: servono infatti per lasciare le chiavi del proprio appartamento, in modo da consentire ai turisti di effettuare il check-in fai da te – una modalità utilizzata tantissimo dai locatori privati.

Urge però una regolamentazione che permetta di tenere sotto controllo la situazione, ormai sfuggita di mano. È infatti impossibile avere a che fare con decine (quando non addirittura centinaia) di scatole-lucchetto distribuite ovunque, nel centro storico della città, deturpando i monumenti e i luoghi pubblici in maniera del tutto arbitraria.

La proposta per rimuovere le keybox

Le keybox sono già state “bandite” in molti luoghi turistici: a Parigi e nelle altre città francesi sono vietate, mentre a New York si può incorrere in multe salate utilizzandole nei luoghi pubblici. E in Italia? C’è il caso di Venezia, dove la Soprintendenza ne ha chiesto il bando. Anche Michele Albani, presidente della Commissione Sicurezza e Coesione Sociale e consigliere comunale del PD, chiede una regolamentazione.

“Il fenomeno va regolamentato. Nessuno vuole fare una guerra alle piattaforme di affitto a breve termine, ma a chi ne abusa. Io stesso, qualche anno fa facevo il co-host, ossia accoglievo chi affittava una stanza per consegnargli le chiavi. Ma oggi, invece che pagare una persona, si preferisce riempire la città e invadere degli spazi pubblici con le keybox”.

Prosegue poi Albani, come si legge sul ‘Corriere’: “Il diritto alla città sta sparendo. Una persona deve avere il diritto di rimanere a Milano e non essere spinta ad andarsene”. Per questo, lo scorso febbraio il consigliere aveva proposto una mozione per la rimozione coatta delle keybox, soprattutto in luoghi di particolare interesse turistico come piazza Duomo, sotto lo sguardo della Madonnina.