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La Marmolada resta in Trentino: respinto il ricorso del Veneto

Dopo anni di contese il Tar si è espresso, respingendo il ricorso del Veneto, sul ghiacciaio della Marmolada che resta definitivamente al Trentino

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Il ghiacciaio della Marmolada rientra completamente tra i territori del Trentino-Alto Adige: a confermarlo è una sentenza del Tar dopo anni di contenziosi. Quella sulla Marmolada era una disputa iniziata negli anni Settanta a cui il Tar del Lazio ha messo fine nel mese di marzo 2023.

Il ghiacciaio della Marmolada fa parte del Trentino-Alto Adige

Il ghiacciaio della Marmolada è il più grande ghiacciaio delle Dolomiti ed è situato lungo il versante settentrionale della Marmolada (3343 metri), la vetta più alta delle Dolomiti. Collocato nella provincia di Trento ma al confine con la provincia veneta di Belluno, questo splendido ghiacciaio è stato protagonista di un terribile avvenimento nel luglio del 2022 quando il crollo di un seracco di ghiaccio è costato la vita a 11 alpinisti.

Negli ultimi anni però la Marmolada è stata al centro anche di altre vicende, tra cui quella amministrativa tra la regione Veneto e il Comune di Canazei, in provincia di Trento. La diatriba sul ghiacciaio della Marmolada era in ballo già tempo ma ora una sentenza del tribunale amministrativo regionale (Tar) sembra aver messo fine alla questione. Secondo quanto deciso il 16 marzo la Marmolada rientra nel territorio del Trentino, in particolare nel comune di Canazei, mentre il comune di Rocca Pietore con le stazioni di Punta Rocca e Serauta, punto di arrivo delle funivie, sono in territorio Veneto. Il verdetto del Tar, quindi, pone fine ad un alterco iniziato più di cinquant’anni tra la Regione del Veneto e quella del Trentino.

La disputa del ghiacciaio della Marmolada

Per capire la disputa in atto tra la due regioni bisogna andare indietro nel tempo di quasi cento anni. Nel 1973 il comune di Canazei (in provincia di Trento) ha avanzato un ricorso per modificare i confini allora esistenti che prevedevano la divisione del ghiacciaio della Marmolada tra la provincia di Trento e quella veneta di Belluno. Le fondamenta della richiesta del Comune trentino si basavano su ragioni davvero antiche, che risalgono addirittura al XVIII secolo.
Prima della fine Prima Guerra Mondiale, infatti, la vetta della Marmolada stabiliva il confine di Stato internazionale tra Regno d’Italia e Impero austro-ungarico, sulla base di un accordo firmato nel 1911 che si fondava addirittura sui confini decisi nel 1778 tra l’Arcivescovado di Bressanone e l’allora Repubblica Veneta.

Su questa richiesta presentata da Canazei nel 1973 si è pronunciato nel 1982 l’allora Presidente dalla Repubblica Sandro Pertini che ha confermato con un decreto come la Marmolada fosse parte del territorio del Trentino-Alto Adige.
La regione Veneto ha fatto ricorso, ma una sentenza del 1998 ha respinto il ricorso e convalidato quanto deciso da Pertini. Nel 2002 l’allora presidente del Veneto, Giancarlo Galan, si era accordato con Lorenzo Dellai presidente della provincia autonoma di Trento per cercare di risolvere la questione. Dal loro accordo si era deciso che il territorio del ghiacciaio andava diviso tra le due regioni.

Il comune di Canazei, però, non ha accettato la cosa e così ha presentato all’Agenzia del Territorio una richiesta di revisione dei confini. Canazei ha richiesto e ottenuto di far rientrare tutto il ghiacciaio della Marmolada all’interno dei territori comunali di Canazei e Vigo di Fassa, secondo quanto stabilito nel 1982. Così al Veneto era rimasto solo il comune bellunese di Rocca Pietore a 3.265 metri di altitudine dove si trova la stazione di arrivo della funivia.
In seguito a questa decisione la Regione Veneto appoggiata dal gestore degli impianti di risalita di Rocca Pietore aveva deciso di impugnare quest’ultima decisione dell’Agenzia del Territorio e aveva fatto ricorso al Tar.
La sentenza definitiva del Tar del Lazio, però, ha dichiarato legittimi i confini stabiliti nel 1982 respingendo il ricorso veneto e concludendo questa lunga diatriba.