Il mistero del lago sul ghiacciaio della Marmolada
Una foto postata sui social network mostra che sul ghiacciaio sommitale della Marmolada, due mesi prima della frana, era spuntato un piccolo lago
Un mistero aleggia sul ghiacciaio sommitale della Marmolada, quello che nella giornata di domenica 3 luglio 2022 è crollato in parte, facendo precipitare a valle 11 persone che hanno poi perso la vita. Durante il mese di maggio c’era già un piccolo lago.
La scoperta è avvenuta grazie a una fotografia scattata dalla guida alpina altoatesina Hans Peter Eisendle e rilanciata attraverso i social network da Reinhold Messner. La foto testimonia in maniera forte e chiara quanto sia stato precoce il riscaldamento in alta quota nel 2022.
Reinhold Messner, in merito alla foto, ha comunque dichiarato che la presenza del lago sul ghiacciaio della Marmolada non rappresentava di per sé un allarme che potesse far prevedere quanto poi accaduto successivamente: “Non era un segnale di pericolo o qualcosa che dovesse spingere a considerare possibile quello che poi si sarebbe verificato quasi due mesi dopo” si legge sul Corriere della Sera.
La foto scattata dalla guida altoatesina Hans Peter Eisendle, dunque, secondo Messner testimoniava un’anomalia climatica e paesaggistica, mostrando come lo scioglimento della neve e dello strato superficiale del ghiaccio fosse già in atto nel mese di maggio, in anticipo rispetto a quello che dovrebbe succedere normalmente ogni anno.
L’immagine ripostata sui social network, adesso, verrà analizzata dagli esperti incaricati dalla Procura di Trento: l’obiettivo è quello di verificare e stabilire se le condizioni del ghiacciaio a Punta Rocca fosse tali da poter far capire, agli esperti in materia, che la situazione era effettivamente più pericolosa del normale.
La Procura intende capire se fosse possibile prevedere quanto poi successo nella giornata del 3 luglio e magari interdire la frequentazione del ghiacciaio per il rischio di crolli. Da questo punto di vista, Messner esclude uno scenario del genere. La stessa linea di pensiero è condivisa da tutti gli esperti accorsi sulla Marmolada nei giorni successivi alla frana, dai tecnici del soccorso alpino ai geologi, passando per i glaciologi.
Cosa è successo sulla Marmolada
Proseguono le indagini riguardo la tragedia avvenuta sul ghiacciaio della Marmolada nella giornata di domenica 3 luglio: in quell’occasione un enorme blocco di ghiaccio si è staccato, andando a travolgere due gruppi di escursionisti, provocando la morte di 11 persone.
Un seracco grande quasi come due campi di calcio si è distaccato dalla parete rocciosa sotto Punta Rocca, provocando una valanga di ghiaccio e neve scesa alla velocità di oltre 200 km/h. In base alle prime ricostruzioni dell’accaduto, il distacco della parete di ghiaccio sarebbe una causa della straordinaria ondata di caldo che ha coinvolto l’intero Paese tra giugno e luglio.
Il laghetto comparso a maggio e probabilmente sparito quando l’acqua si è infiltrata fino ad arrivare alle rocce sottostanti, dimostra che il disgelo quest’anno è arrivato almeno con un paio di mesi di anticipo rispetto alla media ed è stato rapido e molto vistoso.
Quello della Marmolada è uno dei ghiacciai italiani in crisi: un recente studio ha dimostrato che negli ultimi dodici anni la superficie dei ghiacciai presenti nel territorio italiano è diminuita del 13%, un dato che mette a rischio l’equilibrio dell’ecosistema.
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