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"Maestra ora posso zappare?" Nell'asilo di Ischia si insegna ad amare la terra

Presso la scuola dell'infanzia di Lacco Ameno i bambini dell'asilo imparano a coltivare la terra e a curare l'orto nel cortile della scuola

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Maestra posso zappare Nell'asilo di Ischia si insegna ad amare la terra

“Maestra, adesso posso zappare, per piacere?” I bambini dell’asilo di Lacco Ameno, uno dei comuni dell’isola d’Ischia, fanno a gara per conquistare una delle zappe custodite nella rimessa. Fremono per dissodare la terra dell’orto realizzato nel cortile della scuola per l’infanzia Pannella, a poche centinaia di metri dove un terremoto di quarto grado, alla fine dell’estate scorsa, ha rivoluzionato la vita di bimbi e adulti.

L’ecosostenibilità e il chilometro zero insegnati ai bambini fin dai primi anni di vita, per educare i più piccoli al valore dell’agricoltura e la passione per la coltivazione.

Maestra posso zappare Nell'asilo di Ischia si insegna ad amare la terra

Melanzane, zucchine, patate. I piccoli alunni ischitani imparano a dissodare la terra, e prendersi cura dei semi, innaffiare e vedere, con emozione, il frutto del proprio lavoro crescere, dal germoglio all’ortaggio maturo. I genitori sono molto contenti, non solo perché l’isola del golfo di Napoli ha un lunga e radicata tradizione contadina alle proprie spalle, ben più antica della vocazione turistica susseguita al boom degli anni ’70, ma anche perché insegnare ai piccoli i segreti della coltivazione inorgoglisce i genitori, contenti di sapere che nell’animo dei propri figli vengono inoculati i germogli dell’amore per la Natura.

Maestra posso zappare Nell'asilo di Ischia si insegna ad amare la terraE nel terriccio dissodato dalle mani e dalla fatica dei piccoli bambini dell’asilo ischitano cresceranno i frutti di un lavoro fortemente voluto dalla preside Assunta Barbieri, che orgogliosa e con sorriso sulle labbra racconta con quale felicità i bambini preferiscano sporcarsi le mani di terriccio, piuttosto che passare, rapiti, le dita sugli schermi degli smartphone.

Ma la coltivazione diretta è soltanto una tappa di un percorso ben più articolato e strutturato. Maria Rosaria Nilo, coordinatrice delle attività didattiche, spiega che il progetto prevede anche l’insegnamento dei nomi dei frutti, le caratteristiche benefiche che apportano all’organismo, attraverso attività didattiche mescolate a momenti di gioco. E chissà che i virtuosi semi non diano buoni frutti. Sull’isola c’è una scuola di agraria dove i piccoli agricoltori, tra qualche anno, potrebbero specializzarsi. Ma l’importante, per adesso, come specificano dirigente scolastica e maestre, è che i bambini prendano consapevolezza di quanto sia importante difendere la natura, muoversi verso l’ecosostenibilità e approfondire l’identità agricola del territorio ischitano e italiano in generale.

Un bel riscatto per il plesso riaperto soltanto a novembre dopo la messa in sicurezza seguita alla scossa di terremoto del 21 agosto.