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Loggia di Amore e Psiche, la scoperta: Raffaello usò blu egizio

Una nuova ricerca rivela che Raffaello ha utilizzato il blu egizio per realizzare gli affreschi della Loggia di Amore e Psiche a Villa Farnesina

La Loggia di Amore e Psiche

Nuova scoperta su uno dei grandi capolavori di Raffaello: recenti indagini scientifiche condotte sugli affreschi di Villa Farnesina a Roma hanno svelato che l’artista ha utilizzato il blu egizio anche per realizzare la meravigliosa Loggia di Amore e Psiche.

La grandiosa scoperta si deve al Centro linceo di ricerca sui beni culturali Villa Farnesina (Cerif) diretto da Antonio Sgamellotti che già nel 2020 aveva individuato la presenza del blu egizio in un’altra opera di Raffaello Sanzio, il Trionfo di Galatea.

La scoperta: blu egizio nella Loggia di Amore e Psiche di Raffaello

Antonio Sgamellotti ha commentato così l’importante scoperta che riguarda la Loggia di Amore e Psiche, affrescata da Raffaello e dalla sua bottega nel 1518: “Questa scoperta evidenzia nuove affinità tra il Trionfo di Galatea e la Loggia di Amore e Psiche aprendo interessanti scenari per la ricerca – le parole di Sgamellotti riportate dall’Ansa – permetterà infatti di ricostruire meglio le tecniche usate da Raffaello oltre che la storia conservativa della Loggia stessa”.

Il direttore del Centro linceo di ricerca sui beni culturali Villa Farnesina (Cerif) ha parlato anche di come sono state condotte le indagini a Villa Farnesina, utilizzando un nuovo strumento per la diagnostica dei beni culturali: “Un visore capace di individuare e localizzare in tempo reale il blu egizio grazie alla luminescenza indotta da luce visibile – ha rivelato Sgamellotti – pratico come un binocolo, non richiede l’allestimento di ponteggi o set fotografici e permette di effettuare lo screening di superfici estese a distanze non facilmente accessibili, proprio come la volta della Loggia di Amore e Psiche che si trova a otto metri di altezza”.

Grazie alle indagini portate avanti in collaborazione con il Cnr-Ire e Adamantio, uno spin-off dell’Università di Torino, è stato dunque scoperto che anche per affrescare La Loggia di Amore e Psiche, Raffaello ha utilizzato il blu egizio: si tratta di un pigmento prodotto più di tremila anni fa dagli egizi. Il pigmento era stato utilizzato in tutta l’area Mediterranea fino alla Caduta dell’Impero Romano, per poi cadere in disuso. Le indagini svelano che secoli dopo, durante il rinascimento, c’è stato chi è riuscito di nuovo a utilizzarlo, come l’artista rinascimentale e la sua bottega.

Loggia di Amore e Psiche: storia e stile

La Loggia di Amore e Psiche si trova al piano terra di Villa Farnesina, oggi sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei e situata su via della Lungara nel rione Trastevere, uno dei quartieri del Centro Storico di Roma. La loggia è celebre per il meraviglioso ciclo di affreschi realizzato da Raffaello Sanzio e dagli artisti appartenenti alla sua bottega.

Gli affreschi vennero realizzati nel 1518 e il ciclo si divide in due grandi storie che simulano arazzi tesi: il Concilio degli dei e il Convito nuziale. Ci sono anche dieci pennacchi in corrispondenza dei pilastri e quattordici vele sopra gli archi. L’opera racconta le storie di Amore e Psiche: sono attribuiti a Raffaello in persona i soggetti Venere con Cerere e Giunone, Venere sul carro, Mercurio e Amore e Giove.

Sono diverse le opere di Raffaello che a distanza di secoli sono protagoniste di grandi scoperte: prima della Loggia di Amore e Psiche, per esempio, una ricerca condotta attraverso l’Intelligenza Artificiale ha svelato il mistero della Madonna della Rosa, dipinto custodito al Museo del Prado a Madrid. L’AI ha stabilito che la figura di San Giuseppe non è opera di Raffaello, bensì ad artisti che facevano parte della sua bottega, molto probabilmente Giulio Romano.