Questo sito contribuisce all’audience di

Virgilio InItalia

Le case dei sogni a Milano

Una speciale classifica dei 5 appartamenti più belli di Milano

Il bosco verticale

Le

In questa classifica non può certo mancare il cosiddetto Bosco Verticale, un complesso di due palazzi a torre, nel pieno Centro Direzionale di Milano, inaugurate nel 2014. La particolarità di queste 2 costruzioni è la presenza di più di 2000 alberi ad alto fusto o arbusti distribuiti nei balconi dei suoi piani.

Il 17 ottobre 2014 i milanesi parteciparono alla loro sontuosa inaugurazione. Le due torri, D ed F, sono alte rispettivamente 112 metri per 27 piani e 80 metri per 18 piani di verde. Talmente affascinante, il Bosco Verticale ha vinto nel 2015 il premio come grattacielo più bello e innovativo del mondo, scelto tra 800 grattacieli di tutto il continente, in gara tra loro.

Il progetto di riqualificazione architettonica e urbana è più ampio e abbraccia tutto il Centro Direzionale di Milano e insieme apportano al capoluogo lombardo numerosi benefici all’ambiente.

Naviglio Grande

Le

Una cascina lungo il Naviglio Grande rimasta disabitata per 10 anni che oggi, grazie al progetto di Nomade Architettura e con un certosino lavoro di ristrutturazione, si è trasformata in una casa vintage, dove innovazione, tradizione e design sono perfettamente fusi insieme.

Stili differenti che raggiungono un misurato equilibrio nei 100 mq di un appartamento che ha mantenuto le caratteristiche originali della casa, ma ha introdotto un linguaggio contemporaneo. Convivono in questo ambiente materiali diversi come ceramica, ferro e legno, ma anche l’arredamento è sintesi di design e pezzi d’epoca, con il continuo inserimento di oggetti vintage e arredi di recupero.

Un esempio di come creatività e genio abbiano attualizzato il passato senza snaturarlo, è una vecchia macchina da cucire utilizzata come sostegno per il mobile del bagno, ambiente in cui i materiali svolgono un ruolo importante.

Casa Galimberti

Le

Casa Galimberti è un altro esempio dell’ambivalenza e della policromia di Milano. La facciata su via Malpighi riflette lo stile liberty milanese. Con questa definizione, si intende l’esperienza che nella città meneghina, ebbe il massimo del suo splendore dai primi anni del 900 fino all’inizio della prima guerra mondiale ed è uno stile basato su motivi floreali, influenzato poi dalla secessione viennese e sfociato infine verlo l’eclettismo, che tenta di armonizzare, fondendole, diversi elementi.

Casa Galimberti nasce in contrapposizione alla prima fase dello stile liberty, la sua facciata è più leggera e slanciata e le decorazioni sono rappresentate da maioliche colorate e fregi floreali che occupano gran parte della facciata, con disegni tipici dell’art nouveau.

Zona Bocconi

Le

Un angolo di Nord Europa a Milano, lo si trova in via Ottolini, zona Bocconi, più o meno al centro del capoluogo meneghino. Al civico 2 e 5, in un intricato dedalo di viuzze caratterizzate da piccole ville d’epoca e case con giardino, sorgono queste due spettacolari costruzioni con travi esterne in legno e tetti spioventi.

Queste due villette a graticcio, con le bifore a vetri colorati e due alti camini, stravolgono completamente lo stile architettonico delle abitazioni vicine. Gli edifici furono costruiti per due tedeschi che importavano pianoforti e che evidentemente soffrivano troppo di nostalgia, tanto da replicare e vivere in villette dall’aspetto tipicamente nordico. Per questo chiamate Hansel e Gretel, le villette sono state costruite tra il 1920 e il 1925.

Palazzo Sola Busca

Le

Il primo citofono al mondo è in via Serbelloni 10, a Milano. Nel quadrilatero del silenzio, il palazzo Sola Busca, realizzato tra il 1925 e il 1927 dall’architetto mantovano Andreani presenta una caratteristica inusuale e straordinaria: un grande orecchio in bronzo incastonato nella muratura accanto alla porta d’ingresso.

La sua funzione era proprio quella di citofono sotto mentite spoglie e per sottolineare l’innovazione e l’originalità di questo nuovo apparecchio della tecnologia, Andreani pensò bene di farlo realizzare dallo scultore Adolfo Wildt, che cogliendone appieno il senso, sfoggiò un gioiello di estetica.

Per i milanesi il palazzo è diventato la Cà de l’orègia, la casa dell’orecchio, proprio in onore di questa particolarità e la leggenda vuole che se gli vengono sussurrati i propri desideri, questi si avverino. Da ricordare nella prossima visita a Milano!