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Navigli a Milano e il modello Senna balneabile: "Vasche protette"

A Milano vorrebbero seguire il modello di Parigi, dove la Senna è stata resa balneabile in tre punti: com'è la situazione dei Navigli e della Darsena

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Navigli

Torna d’attualità il tema legato alla balneabilità dei Navigli e della Darsena a Milano, soprattutto per via di quanto deciso a Parigi, dove a partire dal 5 luglio 2025, si potrà tornare a fare un tuffo nella Senna dopo un secolo.

Milano e il modello Senna balneabile

Il grande passo compiuto dalla Capitale transalpina ha fatto tornare prepotentemente alla ribalta il paragone con Milano. Sul ‘Corriere della Sera’ è stato pubblicato un articolo che tratta la questione della balneabilità delle acque milanesi, spigando subito che non si può emulare Parigi.

Dietro al divieto di balneazione dei Navigli e della Darsena non c’è la qualità dell’acqua, ma la morfologia perché come spiegato dal Consorzio Est Ticino Villoresi, l’ente che gestisce i Navigli per conto della Regione Lombardia: “A differenza della Senna che è un fiume, Navigli e Darsena sono canali artificiali”.

I due porti di Milano sono nati per la navigazione e l’irrigazione dei campi, hanno una struttura dotata di bocche di scarico e di derivazione che creano correnti talmente forti da rendere difficile nuotare anche ai più esperti. Dal Consorzio hanno sottolineato che “per motivi di sicurezza la balneazione è vietata”.

Al momento, dunque, continua l’assoluto divieto di tuffarsi nelle acque di Navigli e Darsena: il Consorzio è intenzionato a intensificare la campagna d’informazione in merito, perché negli anni passati ci sono stati anche episodi di annegamenti nelle acque del Capoluogo della Lombardia.

La sicurezza delle acque milanesi

Qualche anno fa il sindaco di Milano Beppe Sala aveva evidenziato il tema della vigilanza, dichiarando: “Come si fa a delimitare i Navigli e la Darsena? Mi sembra siano adatti per altre cose”. Nel 2017 tre consiglieri comunali si resero protagonisti di un gesto forte: decisero di gettarsi nelle acque dei Navigli per dimostrarne la balneabilità. Gesto che costò una multa di 1.000 euro ciascuno.

In un momento storico particolare dove si è creata una polemica per le poche piscine scoperte presenti a Milano, è tornata in auge la proposta di allestire delle piscine fluviali: l’idea è quella di creare una sorta di vasche, delle “piscine galleggianti”, andando a delimitare con una serie di reti lo spazio balneabile delle acque milanesi durante i periodi estivi.

Questa pratica viene messa a punto da anni in diverse grandi città europee: qualora succedesse a Milano, bisognerebbe comunque procedere con i bandi per dare in gestione le piscine fluviali a enti o associazioni.

Senna balneabile, il progetto di Parigi e i fondi stanziati

Detto delle differenze tra Milano e Parigi, vale la pena sapere come la Capitale transalpina abbia reso balneabile la Senna in tre punti della riva: solo per l’allestimento e la gestione dei tre siti, sono stati stanziati quasi 14 milioni di euro, mentre per migliorare la qualità delle acque il Governo francese ha stanziato 1,4 miliardi di euro.

Alcuni atleti avevano gareggiato nelle acque della Senna già durante le Olimpiadi del 2024 andate in scena a Parigi, ma qualcuno aveva accusato dei malori. I nuovi fondi stanziati e il lavoro svolto nel giro di un anno porterà a una balneazione sicura nei tre punti individuati del fiume che bagna Parigi.