Lago di Valvestino, riemerge l'antica dogana tra Italia e Austria
A causa del calo delle acque, dal lago di Valvestino è riemersa l'antica dogana tra Italia e Austria, che ha rivelato un pezzo di storia nascosto
Un fenomeno affascinante ha catturato l’attenzione di turisti e storici: dal lago di Valvestino, situato tra le montagne bresciane, è riemersa la struttura dell’antica dogana che, in passato, segnava il confine tra l’Italia e l’Impero austro-ungarico.
Il ruolo strategico del lago e dell’antica dogana tra Italia e Austria
Il ritorno in superficie della dogana è avvenuto in maniera inaspettata durante questa calda estate 2024. Si è verificato, in maniera altamente probabile, a causa della siccità che ha abbassato significativamente il livello delle acque del lago, offrendo uno spettacolo suggestivo e inusuale. Dietro l’apparizione dell’antica dogana c’è una storia complessa che lega il territorio, il commercio e le vicende storiche dei due Paesi.
Nel corso del tempo, il lago di Valvestino ha ricoperto un ruolo chiave per l’alimentazione della centrale elettrica di Gargnano, situata sulle rive del lago di Garda. Tuttavia, la sua importanza non si limita solo alla produzione di energia: la zona in cui oggi si trova il lago, un tempo, era un passaggio strategico che collegava il Trentino con la provincia di Brescia.
Proprio in questo punto, l’antica dogana fungeva da luogo di controllo per i traffici di merci e persone, segnando il confine tra il Regno d’Italia e il Regno austro-ungarico. Costruita allo scopo di monitorare l’attraversamento di soldati, mercanti e viandanti, è stata infine sommersa dal lago quando, nel 1962, venne costruita la diga di Ponte Cola.
La decisione di sacrificare l’edificio storico fu presa per la creazione dell’invaso artificiale, considerato più utile per le esigenze energetiche della zona. Proprio per questo motivo, oggi la riemersione della dogana rappresenta un vero e proprio tuffo nel passato, che permette di rivivere un pezzo di storia altrimenti nascosto.
Il ritorno del lago di Valvestino e l’attrazione turistica della dogana riemersa
Con il livello dell’acqua significativamente abbassato a causa della prolungata siccità, l’edificio della dogana è tornato visibile, richiamando l’interesse di numerosi turisti, fotografi e appassionati di storia. Il contrasto visivo tra le acque color smeraldo del lago e i muri erosi della dogana, danneggiati nel tempo dall’acqua e dagli agenti atmosferici, crea un’immagine mozzafiato che non passa inosservata.
L’area attorno alla diga, con la sua particolare conformazione che ricorda un fiordo, è stata presa d’assalto da visitatori che transitano sulle strade e i ponti a strapiombo sul lago, per osservare da vicino l’antica struttura e scattare fotografie. Oltre alla dogana, i turisti possono ammirare anche una lapide che segna l’esatto punto in cui passava il confine tra Italia e Austria, un luogo che oggi rimanda a tempi di conflitti e scambi.
L’importanza del sito non è limitata alla sola attrazione turistica. Durante la Guerra del Golfo, la diga di Ponte Cola fu considerata un’infrastruttura di grande rilevanza strategica. Per evitare eventuali sabotaggi che potessero compromettere la sicurezza della zona e far defluire l’acqua verso il lago di Garda, furono installati sensori antintrusione, a conferma dell’alto valore della diga e del suo bacino idrico.
La riemersione dell’antica dogana dal lago di Valvestino rappresenta un’importante occasione per riflettere sulla storia e sul cambiamento del territorio. Mentre i turisti continuano ad affluire per ammirare questo frammento di storia, il lago e la sua dogana riemersa ci ricordano l’eterna interazione tra uomo e natura, e come i cicli naturali possano riportare alla luce storie dimenticate.
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