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Siccità, emergenza non solo in Sicilia: dov'è razionata l'acqua

L'emergenza siccità non colpisce solamente la Sicilia: anche nelle Marche la situazione sembra essere preoccupante. Ecco cosa sta succedendo

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Giulia Sbaffi

Giulia Sbaffi

Web content writer

Web content writer appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Curiosa per natura, le piace tenersi informata su ciò che accade intorno a lei.

La grave crisi idrica che imperversa ormai da mesi in Sicilia non è certo l’unica situazione preoccupante in tutta Italia: anche nelle Marche non piove da troppo tempo, e le risorse d’acqua si stanno facendo sempre più scarse. Gran parte dei comuni sta dunque adottando misure e restrizioni volte a ridurre il fabbisogno quotidiano della popolazione, per cercare di contrastare l’emergenza. Scopriamo che cosa sta succedendo.

L’emergenza idrica nelle Marche

Oltre alla Sicilia, la crisi idrica colpisce anche altre zone d’Italia: è il caso delle Marche, dove praticamente tutte le province sono coinvolte in ordinanze restrittive e misure per cercare di combattere una situazione d’emergenza che si fa sempre più grave. Sono ormai mesi che non piove, e la siccità non dà tregua alla regione. In provincia di Ancona, gran parte delle sorgenti dell’entroterra sono ad un passo dal raggiungere il punto critico.

A Serra San Quirico, piccolo borgo della Vallesina, il sindaco Debora Pellacchia ha emesso un’ordinanza con cui, fino al 30 settembre, vieta l’utilizzo dell’acqua dell’acquedotto pubblico per irrigare orti, giardini e prati (divieto valido solo martedì, giovedì, sabato e domenica dalle 7:00 alle 22:00), per lavare cortili e piazzali, per lavare veicoli a motore e per riempire fontane e piscine private.

Le ordinanze nelle altre province marchigiane

Nel resto delle Marche, la situazione non è molto diversa. In provincia di Pesaro Urbino, ben 50 comuni hanno aderito all’appello dell’assessore regionale Stefano Aguzzi: le nuove ordinanze, pressoché uguali in tutto il territorio, prevedono il divieto di utilizzo dell’acqua dell’acquedotto pubblico a scopi diversi dal consumo umano, dall’uso alimentare e domestico e dall’abbeveraggio degli animali. Alcuni comuni hanno disposto deroghe solo in determinati giorni o in particolari fasce orarie.

In provincia di Macerata, l’emergenza è in peggioramento è si è già reso necessario provvedere con autobotti per rifornire alcuni centri abitati dell’entroterra. Non sono ancora previsti razionamenti, ma alcuni comuni come Corridonia, Recanati, Porto Recanati e Potenza Picena hanno adottato restrizioni: qui vige il divieto di utilizzo dell’acqua proveniente dal pubblico acquedotto per innaffiare orti e giardini, per lavare l’auto e per l’irrigazione agricola.

In molti comuni della provincia di Fermo, invece, si è giunti al razionamento nelle ore notturne, in modo da garantire il più possibile il fabbisogno d’acqua giornaliero. Località come Ortezzano, Santa Vittoria in Matenano e Servigliano (oltre ad alcune zone di Porto San Giorgio) sono state colpite da questo provvedimento: i rubinetti vengono chiusi dalle 22:00 alle 6:00 del giorno successivo.

Infine, in provincia di Ascoli Piceno la crisi idrica sta riducendo sempre più la portata delle principali sorgenti dell’entroterra. I comuni montani e quelli della Vallata del Tronto hanno così dato il via allo stop dell’acqua nelle ore notturne: dalle 22:00 alle 6:00 del giorno successivo è stata predisposta la sospensione del flusso idrico. Fanno eccezione alcuni comuni del lungomare, dove il fine settimana l’orario di restrizione si sposta dalle 23:00 alle 7:00, per ridurre i disagi in questo periodo turistico.

Nella città di Ascoli Piceno e nei comuni di Folignano e Maltignano, non si è ancora proceduto alla chiusura dei rubinetti grazie all’impianto di soccorso da poco entrato in funzione. Tuttavia, non è da escludere che, in caso di peggioramento della situazione, non sia necessario adottare misure più restrittive.