L'Italia potrebbe rinunciare agli Europei 2032: cosa succede
Gli Europei del 2032 in Italia sono a rischio: se gli stadi non dovessero raggiungere gli standard UEFA la candidatura italiana verrebbe revocata
L’Italia potrebbe dover rinunciare a ospitare gli Europei del 2032: a lanciare l’allarme è stato Luigi De Siervo, l’amministratore delegato della Lega Serie A. L’organizzazione della manifestazione da parte del nostro Paese è messa a repentaglio da un problema legato agli stadi.
Europei 2032 in Italia: De Siervo lancia l’allarme
L’amministratore delegato della Lega Serie A Luigi De Servio ha parlato del rischio in vista degli Europei 2032 in occasione del Social Football Summit andato in scena a Roma:
“Se non si sistemano gli stadi potremmo revocare la candidatura – le parole di De Siervo riportate da Eurosport – a ottobre 2026 speriamo si raggiunga il livello di sufficienza per gli stadi dalla UEFA, altrimenti la candidatura verrebbe revocata. Abbiamo segnalato al Governo l’urgenza assoluta che venga istituito un commissario agli stadi”.
Tra l’Italia e gli Europei, dunque, c’è di mezzo un problema legato agli stadi: affinché la candidatura congiunta con la Turchia, già ufficializzata da parte della UEFA, venga confermata, è necessario che tutti gli impianti italiani raggiungano il livello di sufficienza degli standard a livello continentale. Senza la sufficienza, la candidatura verrebbe revocata e si procederebbe alla scelta di una nuova nazione da affiancare alla Turchia oppure, eventualmente, sarebbe la sola Turchia a ospitare la manifestazione.
Il 10 ottobre del 2023 la UEFA comunicato ufficialmente che gli Europei del 2032 si giocheranno in Italia e Turchia: in un primo momento le due Nazioni erano rivali ma presentando una candidatura congiunta hanno convinto la massima federazione continentale, ottenendo così l’organizzazione del campionato europeo di calcio.
Il problema stadi in Italia
Le parole di De Siervo sugli stadi, però, alzano l’asticella dell’attenzione: senza un piano preciso che riesca a portare gli impianti ai livelli di sufficienza degli standard UEFA, la candidatura dell’Italia sarebbe in serio pericolo.
Il torneo verrà disputato in 10 stadi: 5 in Italia e 5 in Turchia, in modo tale che le due Nazioni possano dividersi equamente il numero di impianti che ospiteranno le partite. La decisione finale sugli stadi verrà presa a ottobre 2026: fino ad allora, sia l’Italia che la Turchia avranno tutto il tempo di valutare i propri stadi che verranno poi comunicati ufficialmente alla UEFA.
Una volta comunicati gli stadi, la UEFA li valuterà a sua volta: se non raggiungeranno gli standard necessari, la candidatura verrà messa in discussione, aprendo scenari alternativi. In Turchia ci sono diversi impianti di nuova generazione, quindi il problema non dovrebbe porsi: nel nostro Paese, però, la situazione è diversa.
La FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio), nella scelta degli stadi che ospiteranno Euro 2032, sta prendendo in esame 10 città: Roma, Milano, Torino, Napoli, Genova, Bologna, Bari, Firenze, Cagliari e Verona. Una volta presa la decisione finale, verrà comunicato tutto al massimo organo continentale europeo.
Al netto di eventuali colpi di scena, tra le 10 città candidate, almeno 3 hanno la certezza di finire sulla lista finale che la FIGC presenterà alla UEFA: una di queste è Roma con lo stadio Olimpico che ha ospitato anche alcune partite dell’Europeo itinerante del 2021 vinto dalla Nazionale italiana allenata al tempo dal commissario tecnico Roberto Mancini.
Le altre due città quasi sicure di ospitare i match degli Europei sarebbero Torino con l’Allianz Stadium, impianto di proprietà della Juventus inaugurato nel 2011, e Milano con lo stadio San Siro che Inter e Milan hanno intenzione di lasciare nei prossimi anni per trasferirsi in stadi nuovi di zecca.
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