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I 30 anni del Neanderthal di Altamura: arriva il suo "gemello"

A 30 anni dalla scoperta del Neanderthal di Altamura, arriva il suo gemello 3D: presto visite virtuali e interattive in un sito unico al mondo

Il gemello dell'Uomo di Altamura: la storia

In occasione dei 30 anni dalla scoperta della Grotta di Lamalunga e del Neanderthal di Altamura, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari ha deciso di dedicare una serie di importanti eventi al patrimonio rimasto nascosto nelle profondità della Murgia per 150mila anni.

Si inizia il 3 ottobre 2023 con l’inaugurazione della mostra “Abissi del Tempo – La Grotta di Lamalunga / L’Uomo di Neanderthal”, allestita a Palazzo Baldassarre fino al 29 febbraio, in cui saranno esposte le straordinarie fotografie scattate dal documentarista di National Geographic Paolo Petrignani all’interno della grotta.

Tra il 7 e l’8 ottobre, al Teatro Mercadante di Altamura, si svolgerà un convegno di archeologia con 120 relatori da tutto il mondo: un evento senza precedenti, che intende svelare alcuni dei misteri che accompagnano l’Uomo di Altamura sin dal giorno della sua scoperta.

Il “gemello” digitale dell’Uomo di Altamura

Gli archeologi cercheranno di ricostruire la realtà del neanderthal di Altamura, l’uomo morto oltre 120mila anni fa nell’abside di una lunga grotta della Murgia. Cercheranno innanzitutto di capire se l’uomo più antico d’Europa sia stato sepolto lì o abbia trovato la morte in quel punto per altre cause.

Non è stato ancora risolto il mistero di come l’uomo sia caduto nell’abisso che lo ha conservato per millenni. E non si hanno notizie circa la frequentazione più recente del sito, in cui sono state trovate ossa di 27 specie animali molto più recenti, risalenti a circa 40mila anni fa.

L’inedita ricerca si servirà anche del “gemello” digitale ed extended reality della Grotta di Lamalunga, una dettagliatissima ricostruzione in 3D dei suoi antri più nascosti e dei suoi inestimabili tesori, tra cui i resti dell’uomo di Neanderthal e dei tanti animali che frequentarono la grotta.

Il rilievo 3D realizzato con il GIcarus-ABCLab del Politecnico di Milano fornirà alla comunità scientifica e ai turisti una simulazione molto accurata dell’ambiente, che potrà essere usata per vigilare sulle condizioni climatiche della grotta ma anche per consentire delle visite virtuali all’Uomo di Altamura.

“Il gemello digitale va oltre le tradizionali tecniche di rilevamento e rappresentazione” spiega a ‘Repubblica’ Fabrizio Banfi del GIcarus-ABCLab, “si tratta di un modello informativo capace di prendere vita e interagire con l’utente attraverso ambienti interattivi all’avanguardia in grado di aggiornarsi nel tempo, dove la forma diventa conoscenza”. E che potrebbe dare finalmente agli scienziati la possibilità di valutare una possibile estrazione dei resti dell’uomo di Neanderthal dalle profondità della grotta in cui giace da 150mila anni.

La storia dell’Uomo di Altamura

L’uomo di Altamura venne scoperto il 7 ottobre 1993 all’interno della grotta di Lamalunga, nel parco dell’Alta Murgia, da un gruppo di speleologi di CAI e CARS: uno degli escursionisti si inoltrò in uno stretto cunicolo alla ricerca di resti faunistici, quando s’imbattè in un cranio chiaramente attribuibile a un uomo. Gli scienziati capirono sin dalle prime ore che si trattava di una scoperta straordinaria.

Dopo diverse ipotesi sulla datazione dei preziosi resti, nel 2015 l’analisi della calcite depositata sulle ossa dell’Uomo di Altamura ha permesso di stabilire con certezza che lo scheletro è attribuibile a un Neanderthal e risale a un periodo compreso fra i 128.000 e i 187.000 anni fa. È tra gli uomini più antichi mai rinvenuti in Italia e in Europa.

L’Uomo di Altamura è anche il Neanderthal più antico su cui siano mai state eseguite analisi paleogenetiche, che hanno consentito agli scienziati di studiare il suo DNA e scoprire importanti informazioni sulla diffusione dei Neanderthal e sui rapporti che intrattenevano con altre specie.

Una delle caratteristiche più singolari e affascinanti del neanderthal di Altamura è nella sua collocazione, che lo rende ancora oggi pressoché impossibile da raggiungere. L’ambiente carsico della grotta ha fatto sì che le sue ossa si saldassero le une alle altre e si integrassero col resto delle concrezioni, rendendone impensabile il trasferimento (anche se nel 2009 furono autorizzati degli interventi su reperti di facile accesso). Per ora, sembra che il Neanderthal di Altamura resterà nella piccola “abside dell’uomo” nascosta nelle profondità più remote della grotta.

Perciò la tecnologia è attualmente l’unica arma in mano ai ricercatori: un recente studio internazionale ha ricostruito il cranio dell’uomo tramite scansione digitale, e il progetto del Politecnico di Milano si propone di scavare ancora più a fondo, ricostruendo una copia esatta dell’ambiente che consentirà finalmente di “entrare” nella grotta dei misteri.