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Neanderthal e Sapiens si incontravano al Circeo: la scoperta

Neanderthal e Homo sapiens si incontrarono al Circeo: dagli ultimi scavi alla Grotta Guattari emergono le prove di un’ibridazione tra le due specie

Neanderthal e Sapiens si sono incontrati al Circeo: le ultime indagini sui preziosi resti rinvenuti nella Grotta Guattari, a San Felice Circeo, hanno portato alla sensazionale scoperta dell’Homo neanderthalensis del Circeo, un ibrido tra Sapiens e Neanderthal. Insieme alle tracce di alcune abitudini alimentari molto interessanti, è emerso del DNA misto, frutto di incroci tra le due specie umane che vivevano nella zona del Circeo.

La scoperta è stata illustrata sabato 25 novembre 2023, in occasione dell’inaugurazione del nuovo percorso di visita della Grotta Guattari, una capsula del tempo rimasta sconosciuta per decine di migliaia di anni da cui sono emersi i resti di diversi uomini di Neanderthal, ma anche di elefanti, iene, rinoceronti, orsi delle caverne e uri, i grandi bovini estinti che pare fossero addomesticati a partire dal VI millennio a.C..

Grotta Guattari, scoperto l’uomo di Neanderthal del Circeo

Frontalmente, il cranio dell’Homo neanderthalensis del Circeo appare come quello dei primi uomini di Neanderthal. Nella porzione posteriore, però, è estremamente simile a quello dell’uomo moderno, o sapiens.

L’Uomo del Circeo, come risulta dalle ultime indagini effettuate sui resti rinvenuti nella Grotta Guattari, a San Felice Circeo, è un ibrido tra Neanderthal e sapiens. Si tratta di una scoperta sensazionale: per la prima volta è emersa l’evidenza di un DNA misto, segno inconfutabile che le due specie umane si sono incontrate nell’area del Circeo.

I Neanderthal iniziarono a frequentare la Grotta Guattari circa 100.000 anni fa, quando le acque del Tirreno cominciarono a ritirarsi dalle cavità del promontorio del Circeo. Abbandonata dagli uomini dopo migliaia di anni, la grotta divenne territorio di iene, che la usavano per accumulare i resti degli animali predati. La Grotta venne definitivamente abbandonata a causa di un rovinoso crollo che impediva ogni accesso da parte degli animali.

Rimasta segreta e inaccessibile per oltre 50mila anni, la Grotta Guattari è tornata alla luce nel 1939: oggi è uno dei siti più significativi al mondo per la ricostruzione della storia dell’uomo di Neanderthal, e a quanto pare le sorprese non sono ancora finite. L’ultima campagna di studio, avviata nel 2019, ha rivelato resti di individui e animali che hanno portato a scoperte fondamentali sui Neanderthal, a cominciare dalla smentita di un’ipotesi che circolava da decenni, quella che gli uomini neanderthalensis fossero cannibali.

L’ipotesi: Neanderthal e sapiens insieme al Circeo

A quasi novant’anni dalla sua scoperta, la Grotta Guattari continua a essere un punto di riferimento e un tesoro inestimabile per lo studio degli uomini che popolavano i nostri territori tra 100mila e 50mila anni fa.

Considerata una capsula del tempo capace di rivelare agli occhi di oggi un vero spaccato della vita dei Neanderthal, la Grotta sul promontorio del Circeo ha consegnato agli scienziati i resti di 11 individui e migliaia di reperti ossei animali: iene, soprattutto, ma anche resti di rinoceronte, di elefante, del cervo gigante (Megaloceros), dell’orso delle caverne e di cavalli selvatici.

I nuovi scavi, guidati dal soprintendente per le province di Frosinone e Latina, Francesco Di Mario, sono ancora oggetto di studio e continuano a rivelare nuove informazioni preziosissime. Dopo gli ultimi rinvenimenti, in particolare, si sta facendo strada un’ipotesi che potrebbe essere alla base di una scoperta di straordinaria rilevanza: in quella zona sarebbe nata una specie di uomo che potrebbe essere il grande anello di congiunzione tra Neanderthal e sapiens.

I risultati delle ultime indagini sono stati presentati in occasione dell’inaugurazione del nuovo percorso di visita del sito, possibile anche con la realtà virtuale immersiva: a breve, si legge su ‘Repubblica’, grazie al CNR saranno presto disponibili anche delle ricostruzioni 3D.