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Perché i francobolli del Trentino ora valgono una "fortuna"

Dovevano celebrare il Trentino, ora valgono una fortuna e fanno gola ai collezionisti: come un errore ha trasformato due francobolli in rarità inattese

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Valentina Alfarano

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Il mondo della filatelia italiana assiste a un nuovo episodio destinato a far discutere: due francobolli dedicati al patrimonio naturale del Trentino-Alto Adige, mai ufficialmente emessi, sono diventati oggetti ambiti tra collezionisti e appassionati. Un errore tecnico e una decisione istituzionale hanno contribuito a creare attorno a questi esemplari una crescente attenzione.

Cosa è successo ai francobolli del Trentino bloccati dal ministero

I due francobolli in questione erano stati progettati per celebrare le bellezze del Catinaccio e del Latemar, catene montuose simbolo delle Dolomiti. L’emissione era inizialmente programmata per l’8 luglio, all’interno della serie “Turistica – Patrimonio naturale e paesaggistico”. Un’assenza grafica ha però generato una sospensione: sulle vignette mancava la dicitura in lingua tedesca “Südtirol”, obbligatoria per la regione autonoma in base all’articolo 116 della Costituzione italiana.

A seguito delle segnalazioni, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha disposto il blocco immediato della distribuzione. In particolare, per il francobollo del Catinaccio non risultava nemmeno il nome tedesco “Rosengarten”, ampiamente utilizzato a livello internazionale. Nonostante lo stop ufficiale, alcuni esemplari sarebbero comunque stati distribuiti in modo parziale e utilizzati per la spedizione di corrispondenza ordinaria.

Secondo quanto emerso da fonti stampa, i due valori, in gergo definiti “non emessi”, sono stati acquistati o ricevuti in alcuni uffici postali italiani e hanno circolato regolarmente. Ufficialmente non esistono, ma il loro passaggio nella rete postale li rende testimoni inconsapevoli di un’anomalia destinata a far crescere l’interesse collezionistico.

Perché i francobolli “fantasma” del Trentino possono valere migliaia di euro

La casa torinese Bolaffi, punto di riferimento nel mondo del collezionismo, ha dato avvio a una vera e propria campagna di ricerca per rintracciare gli esemplari sfuggiti al blocco. L’obiettivo dichiarato è catalogarli e renderli disponibili per il mercato specializzato. La rarità potenziale di questi francobolli li rende oggetti di valore, il cui prezzo potrebbe salire in proporzione al numero limitato di copie in circolazione.

Come riportato sul ‘Corriere della Sera’, Filippo Bolaffi, amministratore delegato dell’azienda, ha dichiarato: “Come spesso accade nel mondo del collezionismo, è proprio l’errore umano a trasformare un oggetto comune in rarità. È il caso di questa vicenda, in cui il desolante pressapochismo di chi controlla le nuove emissioni ha dato origine a una bellissima storia filatelica, destinata probabilmente a occupare una casella importante nell’album”.

Filippo Bolaffi prosegue: “Il prezzo finale di questi francobolli dipenderà da quanti esemplari emergeranno, ma comunque, rispetto a un facciale di poco più di un euro, chi se li troverà per le mani avrà moltiplicato di centinaia di volte l’investimento iniziale”.

Il caso richiama alla memoria episodi celebri come quello del Gronchi rosa, francobollo ritirato nel 1961 per un errore nella rappresentazione geografica del Perù; anche in quel caso, i pochi esemplari sfuggiti al ritiro acquisirono valore nel tempo, entrando nei cataloghi delle rarità filateliche.

La filatelia ha radici profonde e una tradizione secolare. Il termine fu coniato nel XIX secolo unendo le parole greche “philos” (amante) e “atelia” (franchigia), indicando l’interesse verso gli oggetti esenti da tassa postale. Il primo francobollo della storia, il celebre Penny Black, fu emesso nel 1840 nel Regno Unito. In Italia, il collezionismo postale si è diffuso con rapidità già nella seconda metà dell’Ottocento, portando alla nascita di cataloghi, riviste specializzate e società filateliche.

Nel tempo, l’attenzione dei collezionisti si è concentrata sulle rarità, spesso nate da errori tipografici, emissioni annullate o variazioni grafiche inattese. Proprio per questo motivo, i “non emessi” del Trentino rappresentano oggi un potenziale caso da manuale, destinato a entrare nella storia del collezionismo postale.

Tra gli esemplari più ambiti al mondo si ricordano il “One Cent Magenta” della Guyana Britannica (unico al mondo) e lo “Z Grill” degli Stati Uniti con Benjamin Franklin. In Italia, il “3 Lire di Toscana Faruk” e il “Trinacria” del 1860 sono tra i francobolli più preziosi. Ogni oggetto racconta una vicenda unica, tra arte grafica, contesto storico e valore collezionistico. Oggi come ieri, un francobollo può essere molto più che un semplice mezzo per affrancare una lettera: può diventare, per caso o per errore, una piccola fortuna.