Dove mangiare la migliore carbonara a Roma secondo La Repubblica
I 20 ristoranti dove recarsi per mangiare le migliori carbonare tra le strade della capitale
Il segreto della carbonara sta nella sua ricetta: semplice, con pochi ingredienti ma gustosa. Per realizzarne una autentica non bisogna sbagliare i passaggi e usare esclusivamente uova, guanciale, pecorino e pepe: solo così viene preparato uno dei piatti di pasta più apprezzati ed invidiati al mondo. Per chi volesse gustare questa specialità preparata a regola d’arte, La Repubblica ha selezionato i venti ristoranti di Roma dove si mangia la migliore pasta alla carbonara.
Quella di Roscioli, vicino a Campo de’ Fiori, viene riconosciuta come la migliore carbonara di Roma, grazie ad ingredienti di primissima scelta e alla maestria di chi lavora in cucina per portare in tavola piatti di altissimo livello. Tra i segreti c’è la padella di ferro rovente dove viene fatto sfrigolare il guanciale di Montecorvo.
Nella capitale va assolutamente assaggiata anche la carbonara dello chef Luciano Monosilio di Cucina Italiana, preparata con spaghettoni Felicetti. Il guanciale è prodotto direttamente dal ristorante insieme all’azienda San Rocco dei Castelli Romani.
Alla Trattoria L’Avvolgibile nel quartiere Appio, lo chef Stellato Adriano Baldassarre propone la carbonara in tre formati: spaghetti, rigatoni e mezze maniche per andare incontro ai gusti di ogni cliente.
Molto popolare, tra le vie del centro di Roma, anche la carbonara di Alessando Pipero, preparata nell’omonimo ristorante dallo chef Ciro Scaramardella. La precisione rende unica ed inimitabile la carbonara della chef Francesca Ciucci, proprietaria de La Ciambella bar à vin con cucina di largo Argentina, insieme a Mirka Guberti. In zona San Giovanni, vale la pena fare un salto da SantoPalato, ristorante dove a farla da padrona è Sarah Cicolini, proprietaria e chef.
Flavio De Maio, chef e patron della trattoria del quartiere Prati Flavio al Velavevodetto ai Quiriti, alla mantecatura a caldo della carbonara aggiunge un po’ di acqua minerale gassata e ghiacciata. Arcangelo Dandini, invece, alla cottura al dente della pasta preferisce il “chiodo”, la pasta scolata un minuto prima del dente: per provarla bisogna recarsi presso L’Arcangelo nel quartiere prati.
Guanciale di Mangalitza per la carbonara di Alba Esteve Ruiz del ristorante Antica Fonderia a pochi passi da Campo de’ Fiori, dove si trova anche Oste Matto: qui regna la tradizione nelle mezze maniche preparate da Maria Luisa Zaia. In zona Ostiense, La Carbonara d’Oro serve quella che tutti conoscono come la “carbonara super”: un piattone di spaghetti o rigatoni che bada alla sostanza.
Da Trecca – Cucina di Mercato alla Garbatella si seguono i consigli e la ricetta di nonna Alma. La carbonara di Betto e Mary a Torpignattara è abbondante e carica ma al tempo stesso ben dosata e non eccessiva. Da Danilo, all’Esquilino, propone la sua carbonara con guanciale e pancetta e un parmigiano stagionato 24/36 mesi. Tradizione rigorosa, invece, per l’Osteria Fratelli Mori dove è difficile non chiedere il bis. Pecorino romano Dop, sapido e con interessanti note erbacee per la carbonara della Trattoria Pennestri in zona Ostiense.
A Trastevere, la trattoria Proloco propone la carbonara con le mezze maniche del pastificio artigianale lagano e una miscela di pepi creata appositamente dall’Emporio delle Spezie. La Fiaschetteria Marini predilige i tonnarelli che si fanno apprezzare per la loro velocità di cottura. Guanciale di Norcia, infine, per Artù, ristorante gestito da Lucia Cenci e dal marito Armando Gianmaria a Borgo Pio, vicino al Vaticano.
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