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Baia, vicino al castello trovate antiche piscine termali sommerse

Nei pressi del Castello Aragonese di Baia sono state scoperte antiche piscine termali sommerse di epoca romana: risalgono a oltre duemila anni fa

Castello Aragonese Baia

Vicino al Castello Aragonese di Baia, frazione di Bacoli che fa parte della città metropolitana di Napoli, sono state ritrovate delle piscine termali di età augustea sommerse da secoli. Il ritrovamento è avvenuto grazie a un progetto di ricerca della Iulm.

A prima vista sembravano delle peschiere, le tipiche vasche per l’allevamento di pesce di epoca romana. Uno studio più attento da parte degli archeologi coinvolti nel progetto di ricerca, però, ha portato alla conclusione che quelle scoperte a Baia sono delle piscine termali che risalgono a oltre 2000 anni fa, chiamate pilae.

Le piscine termali scoperte vicino al castello di Baia

Le piscine termali scoperte a Baia appartengono a una villa considerata tra i primi insediamenti urbani ai piedi del Castello Aragonese. Gli archeologi, durante la fase di riconoscimento, sono stati colpiti soprattutto dall’opus reticulatum, una particolarità costruttiva romana che prevede manufatti in mattoni quadrati incastonati in diagonale.

Le pilae di Baia, in età agustea, venivano riempite di acqua di mare oppure di acqua di mare o di acqua termale, la stessa che ancora oggi abbonda nei Campi flegrei. La presenza di strutture in opus reticulatum porterebbe datarle in un’epoca storica che risale alla fine della Repubblica e agli inizi dell’età auguste, un momento di grande sviluppo di infrastrutture e edilizia residenziale.

La scoperta delle piscine termali di Baia, la “piccola Atlantide napoletana” arriva in prossimità dell’avvio del progetto di ricerca “Il mare dei Titani“, finanziato dall’Università Iulm di Milano e dal Parco Archeologico dei Campi flegrei. Questo progetto prosegue quanto iniziato dallo stesso ateneo milanese nel 2018, ovvero un programma di ricerca e valorizzazione dello straordinario patrimonio archeologico sommerso nell’area flegrea.

Le campagne di prospezioni subacquee, dirette dal docente di Archeologia subacquea della Iulm, Filippo Avilia, si concentreranno sul rilevamento delle presenze geologiche e archeologiche: un ulteriore passo in avanti per tutta la zona del Castello e per il Parco Archeologico dei Campi flegrei dove è possibile visitare la città sommersa di Baia grazie a un sommergibile turistico.

La volontà è quella di ridisegnare la linea della costa, integrando una planimetria elaborata negli anni ’90 con le strutture del versante occidentale del fortino Tenaglia. Proprio le prospezioni subacquee sotto il fortino hanno permesso di rinvenire una platea in opera cementizia e altre due strutture rettangolari di grandi dimensioni.