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Caso scontrino a Venezia: il sindaco di Taormina De Luca si sfoga

Il sindaco di Taormina Cateno De Luca si è lamentato pubblicamente per il conto di un ristorante in cui ha mangiato a Venezia: nuovo "caso scontrino"

C’è un nuovo “caso scontrino” in Italia ma, stavolta, a lamentarsi non è un “semplice” cliente bensì addirittura un sindaco: il primo cittadino di Taormina Cateno De Luca si è lamentato pubblicamente per il conto di un ristorante in cui ha cenato a Venezia.

Il post di Cateno De Luca su Facebook

Il 7 settembre, il sindaco di Taormina Cateno De Luca ha pubblicato un post su Facebook, in cui, sopra l’immagine dello scontrino “incriminato”, ha scritto: “Min…. a! Tutto era buonissimo … tranne il conto. Eravamo in quattro … di cui uno per risparmiare ha preso spaghetti al pomodoro ma non credeva che costassero 30 euro!”. Il messaggio di De Luca si conclude così: “E poi dicono che Taormina è cara”.

Nello scontrino, da 309 euro totali (per una cena per 4 persone), tra la varie voci si legge: 30 euro per una porzione di spaghetti al pomodoro, 96 euro per due porzioni di Risi e Bisi, 50 euro per un piatto di rombo Yakitori “alla Mugnaia”.

L’intervista a Cateno De Luca

Il sindaco di Taormina ha poi spiegato nel dettaglio cosa è successo nel corso di un’intervista a ‘Il Gazzettino’: “Abbiamo deciso di provare un ristorante bellino in centro a Venezia, un locale di caratura medio-alta. E questa è stata una nostra scelta. Ma quando sono arrivati due piatti di ‘risi e bisi’ da 48 euro l’uno, così piccoli da sembrare un assaggino, siamo rimasti basiti. Per non parlare della porzione di pasta al pomodoro da 30 euro. Un mio amico corpulento alla fine aveva talmente fame che è andato a mangiare al McDonald’s”.

De Luca ha raccontato: “Ero venuto in laguna per ritirare un premio alla carriera come sindaco, un evento collegato alla Mostra del Cinema. Ho unito l’utile al dilettevole, passando qualche giorno con mia moglie e i nostri amici a visitare la città. Una sera abbiamo adocchiato quel ristorantino, i prezzi erano piuttosto alti ma comunque decidiamo di provarlo. Una persona del gruppo non si sentiva bene con lo stomaco e così ha chiesto un fuori menù, pasta al pomodoro. Pasta di cui solo dopo abbiamo scoperto il costo, ben 30 euro. Del resto delle pietanze avevamo letto i prezzi nel menù, 96 euro per due piatti di riso mantecato con piselli e due (di numero) gamberoni di Mazara, 50 euro per un rombo e 48 euro per 3 dessert”.

Il sindaco Cateno De Luca ha spiegato le sue perplessità: “Non ne faccio solo una questione di prezzo, anche Taormina è una città cara. Il rapporto quantità-costo, però, che ci ha lasciato senza parole. Io posso anche scegliere di pagare un conto salato ma devo essere soddisfatto, mi devo sentire sfamato. Le porzioni di riso arrivavano a malapena a 50 grammi. Il rombo da 50 euro a 100 grammi, neanche un’aragosta costa così”.

Ancora De Luca: “La mia è una riflessione più generale su un brand importante come Venezia. Capisco che la città d’acqua abbia una logistica più complicata e di conseguenza costi maggiori. Ci sono, però, proporzioni da mantenere. In termini di quantità di cibo offerto rispetto a Taormina siamo lontani anni luce. La qualità dei piatti era buona”.