Questo sito contribuisce all’audience di

Virgilio InItalia

A Padova è scattata la "battaglia delle statue": il caso

A Padova è scoppiata la "battaglia delle statue": il caso riguarda le statue presenti a Prato della Valle, una delle 5 piazze più grandi in Europa

Prato della Valle

L’anno 2022 è stato inaugurato con una polemica a Padova, anche se il “caso”, in realtà, era stato già aperto il 21 dicembre 2021. Proprio quel giorno, infatti, Simone Pillitteri e Margherita Colonnello hanno presentato in Consiglio comunale una mozione per aggiungere una statua alle 78 già presenti in Prato della Valle, da dedicare a una donna. Tutte le 78 statue che circondano l’Isola Memmia, infatti, raffigurano solo uomini, da Galileo Galilei a Michele Savonarola, da Francesco Petrarca a Torquato Tasso.

In origine, le statue (tutte raffiguranti personalità “eccellenti” di Padova o con un legame particolare con la città veneta) erano 88, ma 6 sono state distrutte dall’esercito di Napoleone. Al loro posto, in Prato della Valle (una delle cinque piazze più grandi in Europa), sono stati messi degli obelischi e due piedistalli sono rimasti vuoti.

“Battaglia delle statue” a Padova: la proposta

Simone Pillitteri e Margherita Colonnello hanno presentato la mozione su suggerimento di Anna Piva, cittadina sensibile alle tematiche di genere. La proposta è di dedicare la settantanovesima statua (da aggiungere su uno dei piedistalli vuoti già presenti in piazza) a Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, prima donna nel mondo a essersi laureata proprio a Padova, nel lontano 1678.

Nata a Venezia nel 1646, figlia naturale del nobile Giovanni Battista Cornaro (Procuratore di San Marco) e della popolana Zanetta Boniavendo, ha ottenuto la laurea in filosofia all’Università di Padova nel 1678.

Una statua a lei dedicata (donata nel 1773 da Caterina Dolfin) è attualmente conservata ai piedi dello scalone Cornaro, nel Cortile Antico di Palazzo Bo, come omaggio alla prima donna laureata al mondo, simbolo di emancipazione femminile (la seconda donna laureata in Italia, Laura Bassi, lo fece solo molti anni dopo, nel 1732).

Il parere favorevole del Soprintendente

Il Soprintendente Fabrizio Magani, su ‘Il Mattino’, ha espresso il suo parere favorevole all’iniziativa: “Inserirla nel pantheon delle glorie venete contribuirebbe a dotare la città di un nuovo modello di ispirazione e sarebbe coerente con la ragione per la quale anche le altre statue si trovano lì”.

L’opinione della Magnifica Rettrice

Daniela Mapelli, prima donna a ricoprire l’incarico di Magnifica Rettrice nella storia lunga 8 secoli dell’Università di Padova, ha dichiarato al ‘Corriere della Sera’: “L’argomento è molto più ampio e va al di là della singola statua. Io la cancel culture la trovo pericolosa, ma penso che si possa ripartire da ora. Ci sono tante donne contemporanee che stanno facendo la storia. Il vero tema è che, non solo a Padova, ma in tutta Italia, anche i nomi delle vie e delle piazze rispecchiano una cultura che appartiene al passato. È importante che la storia cominci a cambiare, e non per riscriverla”.

Il parere contrario del Professore

Carlo Fumian, professore di Storia contemporanea all’Università di Padova, è uno degli esponenti del fronte dei contrari all’iniziativa. Queste le sue parole riportate da ‘La Repubblica’: “Fare la storia con la toponomastica e lo spostar monumenti come fossero Lego è un gioco pericoloso e poco intelligente. Piuttosto, aiutiamo tutti a trovare e visitare l’originale, trionfalmente seduta alla base delle scale che conducono all’Aula Magna dell’Università di Padova”.