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In Italia è riapparsa la zanzara della Malaria dopo 50 anni

In Italia è riapparsa la zanzara della malaria dopo cinquant'anni: a rivelarlo è stata un'indagine entomologica condotta sul territorio pugliese

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Una zanzara

Dopo 50 anni la zanzara della malaria è riapparsa in Italia e più precisamente in Puglia: a rivelarlo è stata un’indagine entomologica scattata dopo che nel settembre del 2022 un esemplare di Anopheles sacharovi, vettore storico della malattia, venne raccolto nel comune di Lecce.

La zanzara della malaria in Puglia

L’indagine è partita a un anno di distanza dalla scoperta dell’esemplare ed è stata condotta da parte di Donato Antonio Raele e Maria Assunta Cafiero dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e Della Basilicata, Francesco Severini, Luciano Toma, Michela Menegon, Daniela Boccolini e Marco Di Luca del reparto di Malattie trasmesse da vettori del dipartimento di Malattie infettive all’Iss e Giovanni Tortorella del servizio veterinario sanità animale dell’Asl di Lecce.

I risultati dell’indagine sono stati pubblicati su PubMed: la ricerca è stata condotta nelle aree circostanti la prima scoperta, con gli esperti che si sono concentrati prevalentemente sugli allevamenti degli animali, sui maneggi e sui potenziali siti di riproduzione. Nel corso delle indagini sono state trovate ben 13 larve di Anopheles sacharovi e 7 esemplari adulti in 6 diversi siti.

Come riferito dagli autori dello studio sul territorio pugliese, la scoperta ha un forte valenza dal punto di vista sanitario ed evidenzia un aumento della recettività nelle aree meridionali del Paese. I risultanti permettono di costruire nuovi modelli che servono a prevenire l’espansione della malaria.

Prevenire l’espansione della malaria: cosa fare

Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, ha parlato così dei risultati dell’indagine sulle zanzare della malaria, spiegando cosa bisogna fare per prevenire l’espandersi della malattia in Italia:

“La presenza di zanzare del genere anofele, quelle in grado di trasmettere la malaria, è un’informazione da tenere nella giusta considerazione – le parole di Lopalco riportate da ‘Adnkronos’ – si fa la sorveglianza della circolazione delle zanzare per questo motivo. Niente allarmismi, quindi”.

Lopalco ha parlato anche di segnali di preoccupazione sui cambiamenti climatici nel nostro Paese. Sulla malaria, l’esperto ha poi chiarito: “Certamente non parliamo di rischio immediato di riportare la malaria in Italia, ma è un avvertimento che impone di prendere dei seri provvedimenti per migliorare ancora di più la sorveglianza delle zanzare e ridurne la circolazione”.

Niente allarmismi sulla malaria

Il tema del ritorno della zanzara della malaria in Italia è stato affrontato anche da Angela Corpolongo, dirigente medico della IV Divisione di Malattie infettive e tropicali allo Spallanzani: “La notizia che siano state individuate delle zanzare anofele non stupisce – ha dichiarato la Corpolongo a ‘Il Messaggero’ – il piano nazionale di sorveglianza delle malattie trasmesse dai vettori prevede proprio di sorvegliare le specie di zanzare presenti sul territorio nazionale suscettibili di essere vettori di malattie, che siano esse dengue, chikungunya o appunto la malaria”.

Secondo il dirigente medico dello Spallanzani di Roma, che ha ricordato come in Europa esista prevalentemente la malaria da importazione, la presenza dell’anofele nel nostro Paese non basterebbe da sola a far temere la reintroduzione della malattia, perché affinché “una zanzara diventi vettore, deve prima entrare in contatto e pungere una persona a sua volta portatrice di gametociti e quindi malata”.