Allarme malaria in Italia: torna la malattia? La situazione
In Italia, in Veneto, è stato registrato un nuovo caso di malaria autoctono, ovvero non importato da paesi dove la malattia è ritenuta endemica
La malaria è una malattia infettiva causata da protozoi del genere Plasmodium, è stata una delle principali problematiche sanitarie in Italia fino alla metà del XX secolo. Specialmente dal dopoguerra il nostro Paese ha intrapreso un lungo e complesso percorso di eradicazione. Trasmessa principalmente attraverso le punture di alcune specie di zanzare del genere Anopheles, la malaria ha causato milioni di casi e decine di migliaia di morti, specialmente nelle regioni meridionali e nelle zone paludose. Nonostante l’Italia sia stata dichiarata libera dalla malaria nel 1970 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), negli ultimi anni si sono registrati alcuni nuovi casi. In particolare, recentemente, è emerso un nuovo caso di malaria in Veneto che ha riacceso il dibattito sulla possibile ricomparsa della malattia nel nostro Paese.
Nuovo caso di malaria in Italia
Stando ai dati trasmessi dal Ministero della Salute, nel corso degli ultimi anni in Italia, così come in Europa, la malaria è diventata una malattia tropicale il più delle volte importata. Dati epidemiologici rivelano che la quasi totalità dei casi confermati negli ultimi anni sono di importazione, i casi autoctoni riportati sono davvero sporadici. Per questo motivo ha suscitato preoccupazione il recente caso di malaria diagnosticato a Verona. Questo, infatti, ha fatto scattare l’allerta tra le autorità sanitarie locali e nazionali perché si tratta di un “caso autoctono“. Questo significa che la persona infetta non ha viaggiato recentemente in paesi dove la malaria è endemica. Il fatto è stato confermato anche dalla Regione Veneto. Le dichiarazioni della Direzione Prevenzione della Regione Veneto in merito sono state riportate anche da ‘La Repubblica’: “È stato diagnosticato dall’Azienda Ospedaliera di Verona un caso di malaria autoctona in una persona senza storia di viaggi recenti in paesi in cui la malattia è endemica.”
Questo caso ha così sollevato interrogativi ma anche preoccupazioni sulla presenza e la diffusione della malaria nel nostro paese. In particolare, in molti si sono chiesti come questa persona si sia potuta contagiare. La malaria, infatti, si contrae tramite il contatto con il sangue infetto o tramite la puntura di zanzare infette. A ora, inoltre, la maggior parte degli esperti concorda nel fatto che il tipo di zanzare in grado di trasmettere questo parassita non sembra essere presente nel territorio italiano. La scoperta del caso, quindi, ha portato a un’intensificazione delle attività di monitoraggio, poiché la ricomparsa della malaria potrebbe avere gravi conseguenze per la salute pubblica.
In quali zone d’Italia era presente la malaria in passato
La storia della malaria in Italia è lunga e complessa. Fino agli anni ’60, infatti, la malattia era endemica in gran parte del territorio nazionale, con picchi significativi in alcune regioni del centro e del sud come Calabria, Sicilia e Puglia. Durante il XIX secolo, si stima che in Italia ci fossero all’incirca due milioni di persone affette da malaria, con un tasso di mortalità annuale che si aggirava attorno alle 20.000 unità. La malattia colpiva principalmente le popolazioni rurali, aggravata dalle condizioni igienico-sanitarie precarie e dalla presenza di vaste zone paludose. Dagli anni duemila i casi di malaria registrati in Italia riguardano per lo più le regioni del nord: Lombardia, Toscana, Veneto e Piemonte. Ma si tratta per lo più di casi importati.
Quando e come è stata debellata la malaria in Italia
Sin dagli anni Trenta del Novecento il governo italiano ha cominciato ad attuare una serie di misure per combattere la malaria, tra cui la bonifica delle paludi e l’uso di farmaci. In realtà, però, è solo dopo la Seconda Guerra Mondiale che è avvenuta l’implementazione di una vera e propria campagna nazionale contro la malattia. Le attività messe in atto hanno contribuito a ridurre drasticamente i casi di malaria con gli ultimi casi autoctoni registrati negli anni Sessanta. Grazie a questo nel 1970 l’Italia è stata ufficialmente dichiarata libera dalla malattia. Nonostante questo successo storico, il recente ritrovamento di casi autoctoni ha sollevato molti interrogativi. In particolare, il cambiamento climatico può aver favorito lo sviluppo delle zanzare vettore che potrebbero facilitare la diffusione della malaria.
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