Il segreto dell'Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci è svelato?
Da secoli l’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci cela un enigma sulle proporzioni perfette del corpo umano che oggi potrebbe avere una nuova chiave
È uno dei disegni più riconoscibili al mondo, emblema dell’armonia tra arte, scienza e natura: l’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci ha attraversato i secoli come simbolo delle proporzioni perfette del corpo umano, ma alcuni aspetti della sua costruzione geometrica sono rimasti a lungo irrisolti. Oggi, una nuova interpretazione rilancia il dibattito.
Chi ha cercato il segreto dell’Uomo Vitruviano
Nel corso del Rinascimento, molti artisti e teorici si interrogarono su come rappresentare le proporzioni ideali del corpo umano. Tra i modelli di riferimento più studiati vi era l’opera dell’architetto romano Vitruvio, secondo cui il corpo poteva essere iscritto in un cerchio e in un quadrato; Leonardo da Vinci, intorno al 1490, raccolse questa sfida creando un disegno che fondesse teoria e osservazione, integrandolo con annotazioni tratte dal trattato De Architectura.
Il Maestro toscano scelse di raffigurare l’uomo in due posizioni sovrapposte: una per il cerchio (con braccia e gambe divaricate, ombelico come centro) e una per il quadrato (con braccia orizzontali e gambe unite, centro sul pube). In questo modo, reinterpretò la formula vitruviana secondo un metodo sperimentale, più aderente alla realtà anatomica osservabile.
Nel tempo, numerosi studiosi hanno analizzato il disegno per comprenderne l’impianto matematico e geometrico, anche se il principio esatto che permette l’inserimento armonico del corpo umano in quelle due figure è rimasto indefinito. Recentemente, una nuova teoria è stata proposta da Rory Mac Sweeney, dentista e ricercatore della School of Dental Science del Trinity College di Dublino.
Negli ultimi cinque secoli, numerosi studiosi hanno provato a interpretare la complessa costruzione geometrica dell’Uomo Vitruviano, senza però giungere a una soluzione definitiva: tra proporzioni ideali, riferimenti a Vitruvio e osservazioni anatomiche, il disegno di Leonardo da Vinci ha continuato a suscitare interrogativi.
Di recente, Rory Mac Sweeney, dentista presso la School of Dental Science del Trinity College di Dublino, ha proposto una lettura innovativa dell’opera. Secondo la sua tesi, Leonardo avrebbe anticipato alcuni principi fondamentali dell’anatomia e dell’organizzazione spaziale del corpo umano, con un’accuratezza sorprendente per l’epoca.
Mac Sweeney ha sostenuto che, al centro della composizione, non ci sarebbe solo un’aspirazione estetica, ma anche una comprensione profonda della struttura umana, frutto di osservazione e intuito.
Come riportato su ‘Fanpage.it’, secondo Mac Sweeney Leonardo avrebbe intuito i principi geometrici su cui si regola l’organizzazione spaziale ottimale in natura così come in anatomia. Il ricercatore ha suggerito che la chiave interpretativa fosse stata sempre sotto gli occhi degli studiosi, ma mai pienamente compresa.
Qual è il segreto geometrico dell’Uomo Vitruviano
L’ipotesi formulata da Mac Sweeney è stata pubblicata sul ‘Journal of Mathematics and the Arts’. Secondo lo studio, il disegno conterrebbe un riferimento implicito a una figura geometrica ben precisa: un triangolo equilatero formato dalla disposizione delle gambe della figura umana.
Il triangolo corrisponderebbe a quello noto in ambito odontoiatrico come triangolo di Bonwill, utilizzato per studiare il corretto funzionamento della mandibola.
Come spesso accade quando si indagano i misteri di Leonardo, anche in questo caso un dettaglio apparentemente secondario potrebbe celare un significato profondo. Leonardo avrebbe lasciato un indizio proprio nelle sue annotazioni marginali, menzionando questa forma ma senza spiegazioni ulteriori; dunque il triangolo equilatero, secondo Mac Sweeney, rappresenterebbe una struttura fondamentale nella relazione tra geometria e anatomia umana.
Il ricercatore ha inoltre rilevato un dato numerico significativo; analizzando la relazione tra il lato del quadrato e il raggio del cerchio nel disegno, ha riscontrato un rapporto di 1,633. Valore che, seppure leggermente diverso dalla proporzione aurea (1,618), è molto simile a un altro coefficiente osservabile in diverse strutture naturali, in particolare nelle proporzioni cranio-facciali ottimali.
Sweeney ha dichiarato: “Abbiamo cercato per tutto questo tempo una risposta complessa ma la risposta era nelle stesse parole di Leonardo. Ha sempre indicato questo triangolo. Leonardo sapeva, o sentiva, che i nostri corpi sono costruiti con la stessa eleganza matematica dell’universo che ci circonda”.
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