Vittorio Emanuele di Savoia e il mistero dell'"anello del potere"
Casa Savoia, mistero sull'anello del potere: che fine ha fatto il sigillo della famiglia reale che accompagnò l'ultimo viaggio del Re Umberto II?
C’è un mistero che aleggia sulla scomparsa di Vittorio Emanuele di Savoia, il figlio dell’ultimo Re d’Italia Umberto II: quello relativo all’anello del “potere” temporale dell’ex famiglia regnante italiana.
Il cerimoniale vuole che l’anello accompagna il Re nel suo ultimo viaggio e dopo essere stato posto sulla bara, viene ceduto al nuovo sovrano. Il destino del sigillo reale, però, è ancora sconosciuto e si conoscerà solo dopo il funerale di Vittorio Emanuele.
Vittorio Emanuele: mistero sull’anello del potere dei Savoia
Come riferito da ‘La Stampa’, alla morte avvenuta nel 1983, l’ultimo Re d’Italia Umberto II di Savoia si sarebbe fatto seppellire con il Sigillum Maiestatis con la croce argentea in campo rosso, adottato da Vittorio Emanuele II nel 1861.
Secondo le ricostruzioni di molti storici questo gesto rappresenta la volontà di Umberto II di non avere come successore suo figlio Vittorio Emanuele, per via dei loro rapporti spesso burrascosi o comunque quasi sempre tesi e distanti.
Per sapere se l’anello con il sigillo reale giace veramente con il suo ultimo proprietario, Umberto, o se invece verrà posto sulla bara di suo figlio Vittorio Emanuele, bisognerà attendere i funerali in programma nella giornata di sabato 10 febbraio 2024.
Stando a quanto riferito dallo storico Gigi Speroni nella sua biografia del re di Maggio, alla morte di Umberto II avvenuta il 24 marzo del 1983, c’erano tre persone a veder chiudere la bara: il Duca d’Aosta Amedeo di Savoia e gli avvocati Gian Nicola Amoretti e Marco Grandi.
Umberto II avrebbe voluto farsi seppellire con la vecchia divisa di Maresciallo d’Italia senza i gradi, ma sul petto le decorazioni e le “polacche” che il generale Anders gli aveva conferito dopo la battaglia di Cassino.
Sul Sigillum Maiestatis, su ‘La Stampa’ si leggono le parole dell’avvocato Grandi: “Evidentemente Sua Maestà aveva dato l’incarico a qualcuno di riporre il sigillo nella bara. Con la massima discrezione e all’ultimo momento. A chi non lo sappiamo, posso presumere a uno dei fedelissimi che l’hanno seguito nell’esilio: il conte Solaro di Monasterolo, il conte Carlo Pianzola, il colonnello Francesco Scoppola suo aiutante di campo. Vincolati, ovviamente, al segreto”.
Due anni dopo la morte di Umberto II, l’ultimo Re d’Italia, Maria Beatrice di Savoia rivelò che sperava fosse stato sepolto con l’anello, così da evitare qualsiasi tipo di polemiche riguardo la sua eventuale rivendicazione: “Mi auguro che sia stato sepolto col Sigillo Reale in modo che nessuno se ne possa servire” spiegò Maria Beatrice.
I tesori della Casa reale
L’enigma legato all’anello del “potere” che per anni è passato tra le mani dei vari eredi al trono d’Italia è solo uno dei tanti misteri di Casa Savoia, come quelli che riguardano i tesori dell’ex famiglia regnante italiana.
Lo Stato, infatti, è in possesso di due patrimoni della casata: il più prezioso riguarda il tesoro già oggetto di un contenzioso in corso con gli eredi di Umberto II. Il secondo, invece, è quello custodito nella succursale di Bankitalia.
Tra i beni di Casa Savoia ci sarebbero oggetti di grande valore, come un collier Cartier Parigi con 25 pendenti d’oro, vari gioielli preziosi e posate, piatti e vassoi in argento.
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