Vespa orientalis, nuovo allarme in Italia: dov'è e i rischi
La Vespa orientalis è un grande imenottero, particolarmente aggressivo, che sta espandendo la sua presenza in Italia: dove si trova e perché è pericolosa
La Vespa orientalis è un grande imenottero appartenente alla famiglia delle vespe e molto simile al calabrone europeo. Già piuttosto comune in alcune zone del Sud Italia, la Vespa orientalis sta in questi anni ampliando rapidamente il suo areale, insediandosi ben oltre i confini delle regioni in cui era diffusa e creando un certo allarme nella popolazione.
Si tratta di una specie piuttosto aggressiva, capace di sterminare intere comunità di api millifere e creare diversi danni alle coltivazioni. Fa inoltre parte dell’ordine degli imenotteri, rappresenta quindi un pericolo in più per le tantissime persone allergiche ad api, vespe e calabroni.
Dove è stata segnalata la Vespa orientalis
L’ultima segnalazione arriva da Roma: una donna di Monteverde, rientrando dalle vacanze, è stata costretta rivolgersi agli esperti per debellare un nido di calabroni orientali – l’altro nome con cui sono conosciuti questi insetti – rinvenuto sul balcone.
È la prima volta che se ne sente parlare in città sin dagli anni Quaranta, spiega l’etologo e zoofilo naturalista Andrea Lunerti a ‘Repubblica’. “Questa vespa, secondo la mia esperienza, è solita nutrirsi di rifiuti organici e in putrefazione come un avanzo di carne”, spiega l’esperto, “e come cinghiali o topi anche la orientalis può essere attirata dall’immondizia“.
Potrebbe essere quindi arrivata a Roma attratta dai rifiuti che invadono le strade della capitale in questa torrida estate, secondo Lunerti, che si è occupato di rimuovere il nido di calabroni orientali dal balcone di Monteverde e certificare la presenza della specie tramite il prelievo di alcuni esemplari.
Già lo scorso anno si era sentito parlare di Vespa orientalis in quel di Salerno: avvistate in pieno centro storico, al Giardino Minerva, le vespe orientali avevano in poco tempo sterminato le api che erano state portate in città grazie al progetto “Save Bee Queen”.
Ma la presenza della Vespa orientalis, già diffusa in Sicilia e nel sud Italia, è stata recentemente segnalata anche a Grosseto, Trieste, Genova e in alcune aree del centro, in cui è segnalata sin dal 2017.
Roma sarebbe quindi soltanto l’ultima tappa dell’estensione dell’areale della specie, che non è tra le 3.000 specie aliene che minacciano l’Italia ma certo può destare qualche preoccupazione in più.
La Vespa orientalis: i rischi
La Vespa orientalis è visibilmente diversa dalle comuni vespe a cui si è abituati in gran parte d’Italia, motivo per cui è facile che la sua presenza, anche occasionale, generi preoccupazione e venga segnalata.
Non più grande di una qualunque vespa, il calabrone orientale si riconosce dalla colorazione rossiccia, interrotta da una evidente banda gialla sull’addome.
La Vespa orientalis è un imenottero: il primo rischio per la salute dell’uomo è quindi quello a cui sono esposte le persone allergiche al veleno di vespe, api e calabroni, circa il 5% di quelle colpite dalle punture di questi insetti.
Il veleno della Vespa orientalis è del tutto simile a quello di un calabrone, ma gli esperti giudicano la specie decisamente più aggressiva di altri imenotteri, e capace di infierire anche con punture multiple se disturbata.
Oltre ad essere aggressiva, però, la Vespa orientalis ha un’altra caratteristica che potrebbe favorire incontri sgradevoli: a differenza degli altri imenotteri, questo calabrone svolge le sue attività in pieno giorno, anche a metà pomeriggio, motivo per cui è più facile imbattersi nell’insetto.
Il calabrone orientale nidifica in cavità e intercapedini del terreno, degli alberi o dei muri, quindi ogni grande vaso e ogni condotto in disuso potrebbe essere oggetto delle attenzioni dell’insetto, che come tutti gli imenotteri è attirata dagli avanzi di cibo e dalle bevande zuccherine.
Quanto alle coltivazioni, i rischi principali sono dovuti alla tempra predatoria della Vespa orientalis: tra le sue vittime preferite ci sono le preziose api da miele, che spesso per paura interrompono la produzione anche laddove sopravvivano all’attacco, e gli scarafaggi – fondamentali nel trasformare scarti e rifiuti in terra e concime.
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