La città più sporca al mondo è italiana
Per la rivista Time Out, che ha lanciato un sondaggio sul tema dei rifiuti, è italiana la città più sporca del mondo: la classifica del magazine
È italiana la città più sporca del mondo secondo la rivista americana Time Out: Roma, la Capitale d’Italia, la Città Eterna, si è “meritata” questo triste primato in un periodo in cui l’emergenza rifiuti è tra l’altro al centro dell’agenda del sindaco Roberto Gualtieri e della sua giunta e nel mirino di opposizioni e cittadini.
Le città più sporche del mondo secondo Time Out
La rivista Time Out ha sottoposto un sondaggio a 27.000 cittadini residenti in ogni parte del globo, da Madrid a Melbourne passando per Chicago, Tel Aviv e Tokyo. Ha chiesto loro quale fosse la città più sporca in cui fossero stati per la redazione del “Time Out Index”, arrivato alla sua quinta edizione, ed è emerso che al primo posto nella classifica c’è Roma. Al secondo si piazza invece New York, seguita da Glasgow, in Scozia. La città più pulita del mondo è invece risultata essere (senza molte sorprese) Stoccolma, in Svezia.
Time Out si è ovviamente concentrata su New York, elencando le soluzioni che il sindaco Eric Adams sta adottando per risolvere il problema rifiuti e strade sporche: la prima è l’installazione di nuovi, giganteschi bidoni della spazzatura nei cinque distretti della città per contenere i rifiuti, liberare le strade da sacchi e immondizia e combattere la presenza dei topi. È in corso inoltre un investimento da 11 milioni di dollari per l’acquisto di nuovi veicoli per lo spazzamento stradale, progettati per adattarsi a spazi ristretti come le piste ciclabili, e aumentato la frequenza dei passaggi.
L’emergenza rifiuti a Roma
A Roma invece l’emergenza rifiuti non sembra fare grandi passi avanti, principalmente per la mancanza di impianti in cui conferirli, la “anzianità” dei cassonetti e la gestione di mezzi e personale. Le proteste sulle condizioni in cui versano le strade romane sono ormai all’ordine del giorno e in alcuni casi i cittadini lamentano quello che è un vero e proprio problema di ordine sanitario, con i rifiuti che restano per giorni all’interno dei cassonetti strapieni o ne fuoriescono riversandosi sui marciapiedi, arroventandosi sotto il sole e a temperature che superano i 30 gradi, attirando topi e anche cinghiali.
Denunce social sono arrivate anche da numerosi personaggi famosi, da Simona Ventura a Claudia Gerini passando per Alessandro Gassman, Elena Santarelli e Selvaggia Lucarelli. Il sindaco Gualtieri in campagna elettorale aveva promesso di mettere finalmente mano, in modo concreto, al problema, concentrandosi però sul centro storico e sulla “vetrina” della Capitale (celebrata in passato non per i rifiuti, ma per la sua bellezza, da altre riviste) mentre nelle periferie e nei quartieri residenziali il problema continuava a verificarsi, e continua a verificarsi, su base quotidiana.
Ama, l’azienda capitolina che raccoglie i rifiuti, dal canto suo dovrà sostituire i cassonetti in plastica da 1.200 litri con una variante in lamiera zincata da 2.400 litri per aumentare il volume e la capacità di contenimento, proprio come stabilito a New York, ma il processo è lungo e complesso, e da ottobre 2021 a marzo 2022 sono stati sostituiti solo 4.000 cassonetti sugli oltre 28.000 previsti. I turisti intanto si aggirano per le caldissime strade romane facendo lo slalom su marciapiedi pieni di rifiuti e aggirano, con il naso turato, i cassonetti straboccanti e maleodoranti.
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