Il Comune di Verona vuole espropriare il cortile di Giulietta
Il numero troppo elevato di turisti sta spingendo il Comune di Verona a cercare una soluzione: l'opzione al vaglio è l'esproprio del cortile di Giulietta
Verona è una città romantica che ogni anno viene scelta da tantissimi turisti che la visitano per ripercorrere le pagine della storia d’amore tra Romeo e Giulietta raccontata da Shakespeare ed è proprio il cortile di Giulietta uno dei punti di interesse più apprezzati. Se i condomini hanno detto “no” ad alcune proposte per riportare ordine pubblico, ora il Comune con l’appoggio del soprintendente ai Beni Culturali valutano una strada più dura e decisa: l’espropriazione.
Quanti turisti visitano Verona
Sulle pagine di Repubblica sono apparsi i numeri dei turisti: la città ospita annualmente 1 milione e 680 mila viaggiatori che scelgono di ripercorrere la Verona di Shakespeare e in modo particolare è proprio la Casa di Giulietta insieme al suo cortile e alle sue pertinenze a ricevere le maggiori attenzioni.
La storia d’amore tra Romeo e Giulietta e in modo particolare proprio la Casa di Giulietta riesce ad attirare in città più pellegrini di Medjugorje o della Sirenetta di Copenaghen.
Il Comune di Verona sta evidenziando il numero elevato di turisti come un problema di ordine pubblico; il fiume di gente che si accalca in questo piccolo vicolo del centro storico può creare numerosi disguidi ed ecco che dopo anni di dibattito trascinato e alcuni “no” da parte dei condomini si stanno pensando misure drastiche. Il Comune, per poter migliorare la situazione, sta prendendo in considerazione l’esproprio.
L’esproprio del cortile di Giulietta
Il numero elevato di turisti sta portando il Comune di Verona a prendere una decisione dolorosa e drastica come quella dell’esproprio. L’idea è quindi quella di allontanare i titolari della proprietà che hanno attività in quel cortile.
A detenere la proprietà dei negozi sono le famiglie Gianello, Raspollini, Rinaldi e Valle. All’interno del cortile contesto si trovano un negozio di souvenir, uno di numismatica, un bed and breakfast, una dimora trecentesca e il Teatro Nuovo.
I proprietari di queste attività si sono opposti alla prima idea del Comune che era quella di inserire i tornelli all’ingresso; le famiglie si sono opposte all’idea di cedere le proprie quote di libertà in quello che risulta essere il loro condominio a tutti gli effetti.
Tornelli e biglietto d’entrata ma anche la prenotazione obbligatoria sarebbero azioni che potrebbero danneggiare queste attività, ecco perché in modo coeso e compatto all’unanimità dicono no alle proposte comunali.
Così il Sovrintendente Vincenzo Tinè durante un’intervista a TeleArena ha proposto: “L’atto di coraggio dell’esproprio, per farla finita con i veti dei condomini”. Il sindaco uscente Federico Sboarina ha rafforzato queste parole svelando esserci già un iter in corso. La procedura non sarà rapida o semplice poiché viene chiamato in causa il Codice dei Beni Culturali.
Il Comune dovrà muoversi per prima cosa notificando l’atto ai proprietari così che possano presentare eventuali controdeduzioni e poi il ministero dei Beni Culturali dovrà prendere posizione dichiarando di pubblica utilità l’edificio storico. Solo una volta ottenuto l’ok da parte del Ministro dei Beni Culturali si potrà avviare la procedura di esproprio con offerta economica per i proprietari.
Secondo Zeno Poggi, presidente della società Teatro Nuovo, c’è invece un’altra opzione a costo zero; in un’intervista a Repubblica ha proposto “Ingresso dal teatro e uscita dal cortile, su via Cappello. Ovviamente con biglietto d’ingresso. Questa è l’unica soluzione plausibile”.
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