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Venezia, 24 euro per due caffè: scoppia il nuovo caso

A Venezia scoppia un nuovo caso: un'insegnante si è vista recapitare uno scontrino di 24 euro per aver consumato due caffè in un bar del Rivo Alto

Venezia, caso caffè

Scoppia la polemica per quanto successo in un bar di Venezia: un’insegnante padovana, originaria proprio della città lagunare, si è vista recapitare uno scontrino di 24 euro per aver consumato due caffè. Una cifra spropositata che ha lasciato di stucco la cliente, scatenando le reazioni più disparate sul web.

L’episodio risale a giovedì 9 giugno 2022. Un’insegnante di Padova stava trascorrendo insieme a un’amica un pomeriggio di relax a Venezia, città dove è stato messo in vendita il palazzo delle Procuratie Vecchie. Le due hanno deciso di entrare in un bar di Rivo Alto per ordinare due caffè. Dopo aver consumato, è arrivato lo scontrino che recava il conto salato: 24 euro.

Di fronte alla cifra spropositata, l’insegnate è rimasta sconvolta, tanto da non riuscire nemmeno a ribattere. Passato lo sgomento, ha pensato a uno scherzo oppure a un errore di battitura, ma chi ha servito ha ribadito che il conto era effettivamente di 24 euro. La donna ha tenuto lo scontrino dove non è specificata la consumazione ma c’è scritto solamente “banco”. Dopo essersi confrontata con altri conoscenti, ha deciso di denunciare l’accaduto alle autorità competenti.

Scontrino da 24 euro per due caffè a Venezia: il caso

Il titolare del bar dove sono stati serviti due macchiatoni al costo di 24 euro, 12 euro l’uno, ha offerto la sua versione dei fatti in un’intervista rilasciata al Correre del Veneto. Il gestore ha parlato di un probabile errore, spiegando che nel suo locale il macchiatone costa 3 euro al tavolo e 1,20 euro al bancone. I prezzi, inoltre, sono tutti esposti e ben visibili su quattro listini: per il titolare non è possibile che la signora abbia pagato quella cifra.

La notizia è diventata subito di dominio pubblico e ha avuto una forte risonanza nel mondo dei social, scatenando le reazioni più disparate. In molti, tra Facebook, Twitter e Instagram, hanno puntato il dito contro gli esercenti di Venezia, città che ha aperto al ticket d’ingresso su prenotazione, sostenendo che sulla laguna vengano gonfiati i prezzi per i turisti.

A questa accusa, però il titolare del bar di Rivo Alto ha replicato con forza, sostenendo che il suo locale non divide i prezzi tra turisti e residenti. Il bar è molto frequentato soprattutto nell’ora dello spritz, perché offre un super-aperitivo da 70 centilitri al costo di 12 euro. Da qui può essere nata l’incomprensione: è possibile che all’insegnante sia stato recapitato lo scontrino di due aperitivi consumati da altri clienti. In questo caso si sarebbe trattato di un puro errore e di uno scambio di scontrini.

In attesa di conoscere la verità su quanto accaduto nel bar di Rivo Alto, non è comunque la prima volta che succedono casi del genere a Venezia. Nel gennaio del 2018, per esempio, fece scalpore il pranzo da 1.100 euro servito a quattro studenti giapponesi a due passi da piazza San Marco, il set di cinema più usato in Italia.

Qualche anno prima, invece, due turisti russi pagarono 400 euro per un tour in gondola nonostante i prezzi fossero stati fissati a 80 da parte del Comune: era il maggio del 2012. In quell’occasione l’Associazione dei gondolieri di Venezia intervenne in maniera tempestiva, dichiarandosi pronta a risarcire i due turisti russi e prendere provvedimenti nei confronti del gondoliere scorretto.