Veneto: i ristoranti a 2 e 3 stelle Michelin
Dal Le Calandre all'Antica Osteria Cera e La Peca: i ristoranti che, in Veneto, hanno ottenuto più di una stella Michelin
Sono 40 i ristoranti che, in Veneto, sono insigniti con almeno una stella Michelin. Di questi, uno ne ha tre e due ne hanno due. Ed è proprio il ristorante tri-stellato, il Le Calandre di Rubano (provincia di Padova), a regalare un’esperienza degustativa unica. Di proprietà della famiglia Alajmo, è oggi guidato da Massimiliano (Max) Ajmo che, ottenendo nel 2003 la terza stella, è diventato a 28 anni il più giovane Chef al mondo a vantare un simile riconoscimento. Da dieci anni annoverato tra i ristoranti migliori del mondo, porta in tavola piatti che sono capolavori di leggerezza, profondità e fluidità, nel pieno rispetto degli ingredienti. Ispirato agli ingredienti di stagione, il menù propone tre percorsi: “Classico”, “Max” e “Raf”, tutti al costo di 250 euro a persona. Tra le specialità, il risotto allo zafferano, liquirizia, rosmarino, finferli e cardoncelli; i tagliolini al fumo con scaglie di tuorlo d’uovo; il wafer di semi con gelato di polpo e barbabietola alla lavanda; il piccione arrostito ai funghi con barbabietola glassata e cialda di frattaglie. Chi non volesse effettuare l’intero percorso, potrà scegliere dai menù 3, 4 o 5 portate.
A Lughetto di Campagna Lupia, in provincia di Venezia, l’Antica Osteria Cera – che nel 2017 ha festeggiato i cinquant’anni d’attività – di stelle Michelin ne ha due. Guidato da Lionello, Daniele e Lorena Cera, raccoglie i profumi del mare e della terra in piatti che esaltano la materia, e che inscenano composizioni insieme chiare ed elaborate. Il pasto, qui, è un’esperienza multisensoriale. Tra le proposte della carta, il risotto con brodo di molluschi, vermouth, fragole fermentate, polvere di cannocchie e cozze; l’orata alla brace in salsa di pane e lardo, prezzemolo e vongole; la pasta mista con merluzzi cotti alla brace, cappelunghe, calamari, pane e foglie d’inverno. Ci sono poi le proposte vegetariane – dalla zuppa di lattuga con uovo fondente e tartufo nero, al tortello con fagioli e salsa finta amatriciana – e i menù “Azzurro” e “Oppure”, entrambi al prezzo di 165 euro a persona.
Il secondo ristorante due stelle Michelin del Veneto si trova a Lonigo, in provincia di Vicenza. “Peca” come il nome delle colline su cui si trova, “Peca” come “impronta” in dialetto veneto. Quell’impronta che, i fratelli Portinari, si divertivano a lasciare da piccoli sul grande tavolo in cristallo del salotto. Dal 1987, La Peca offre ai suoi clienti una cucina stagionale in equilibrio tra tradizione e innovazione. C’è il menù “Le ore 12” – con due piatti e un piccolo dessert scelti dallo chef – e il “Menù a sorpresa”, con le sue quattro portate che per il commensale costituiscono una sorpresa. Ci sono poi i menù degustazione: “Le Impronte” (190 euro a persona), “Il Mare” (155 euro a persona) e “La Terra e il Territorio” (135 euro a persona). Oppure, si può scegliere dalla carta, con piatti di pesce e di carne: gli spaghetti alla carbonara di capesante e tartufo bianco; i tortelli di coda di manzo con Puzzone di Moena, essenza di indivia rossa e fichi; l’anguilla in forno di braci con guava e tamarindo; o il germano reale al mais tostato e melograno. Particolari, qui, sono anche i sorbetti – da quello al latte di mandorla, miele e fiori croccanti, a quello con limone verde, zenzero e cristalli di zucchero di canna – e i gelati, a cominciare dal gelato all’alloro, olio evo e sale nero.
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