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In Valsusa arriva la prima escape room partigiana

L'escape room partigiana è un'iniziativa del collettivo di giovani "Partigiani 2.0" ed è organizzata in collaborazione con il Comune di Armese

Escape Room

Una “escape room resistente” per divertire, ma anche per sensibilizzare. L’idea è di un collettivo di giovani della Valsusa, Partigiani 2.0, che ha stretto un accordo con il Comune di Almese, in provincia di Torino, per organizzare appunto una escape room sulla Resistenza partigiana.

Che cos’è l’escape room “resistente”

L’iniziativa quest’anno è arrivata alla seconda edizione, ed è stata organizzata da Matilde Bove, Bradley Webb, Alberto Borgatta e Marie Claire Goor nel “Ricetto per l’arte – Agorà della Valsusa”, dove è stata allestita l’escape room. L’ambientazione è una prigione fascista. Ai partecipanti all’evento il compito di uscirne in 60 minuti risolvendo mille enigmi disseminati in cinque stanze: “Vieni a vivere un’avventura da vero partigiano”, è l’invito degli organizzatori. Che hanno voluto parlare di Resistenza, tramandandone i valori e accostandoli a una sfera ludica per parlare maggiormente ai più giovani.

“Vogliamo schierarci a favore della memoria, della Resistenza, del pensiero critico – aveva spiegato il collettivo – Oggi i portatori di memoria stanno scomparendo: senza di essi la sfida di tramandare il passato si fa difficilissima. La nostra generazione ha un enorme fardello sulle spalle”.

Doppia data sold-out

L’evento è patrocinato dal Comune di Almese, con il sostegno dell’associazione culturale Cumalè e ingresso a offerta libera, un’iniziativa che ha riscosso molto successo (entrambe le date, giovedì 10 e venerdì 11 novembre, sono andate sold-out) pur suscitando qualche critica da parte di persone che l’hanno ritenuta poco rispettosa. Ai detrattori ha risposto direttamente Nino Boeti, presidente dell’Anpi di Torino: “Non ha importanza che questi ragazzi facciano o meno o parte dell’Anpi – ha detto a Repubblica – il loro condividere i nostri principi e il loro voler divulgare la storia è una ragione sufficiente per dire che l’Anpi deve continuare a esistere e tramandare la Resistenza a dispetto di quello che si sente dire spesso, ogni volta che veniamo etichettati come un’associazione vecchia che, con la morte dei partigiani, sta perdendo senso di esistere. Questi giovani confermano che non è così”.

Come funziona l’escape room

L’escape room è un gioco di fuga dal vivo che si vive in prima persona in luoghi allestiti appositamente, e che è basato sulla logica più che sull’azione in se stessa. Solitamente si tratta di una o più stanze con un’ambientazione specifica, da cui viene chiesto di uscire in un tempo prestabilito risolvendo una serie di enigmi uno collegato all’altro. Si partecipa di solito in un minimo di due persone, che vengono appunto rinchiuse in un stanza e possono usare gli arredi e gli elementi presenti all’interno per cercare di uscire.

Il gioco è basato su rompicapo, indovinelli, codici di vario genere, e per riuscire a uscire nel tempo prestabilito i partecipanti devono collaborare tra loro. La durata è solitamente di un’ora, ma esistono escape room di durata maggiore a seconda dell’ambientazione e della difficoltà e anche escape room all’aperto, che fanno interagire con l’ambiente.

Da anni ormai le escape room sono diventate molto popolari in Italia, e recentemente si sono evolute impiegando in alcuni casi anche attori veri che interagiscono con i partecipanti al gioco per renderlo ancora più interattivo.