L'ultimo italiano potrebbe nascere tra 200 anni: il nuovo studio
Secondo lo studio "Rinascita Italia", diffuso in occasione del forum Ambrosetti di Cernobbio, l'ultimo italiano potrebbe nascere tra 200 anni
L‘Italia è uno dei paesi più vecchi a livello anagrafico: l’indice di dipendenza degli anziani è il più alto in Europa e il tasso di natalità è il più basso, con 2,3 punti percentuali in meno rispetto alla media dell’Unione Europea.
A rivelarlo è lo studio “Rinascita Italia” diffuso in occasione del forum Ambrosetti di Cernobbio: dallo studio emerge che l’effetto combinato di questi due trend ridurrà la popolazione italiana a circa 51,1 milioni di abitanti nel 2050 nel peggiore degli scenari.
Quando potrebbe nascere l’ultimo italiano
In questo scenario, a parità di altre condizioni e tenendo conto dell’attuale trend ventennale di mortalità e natalità, l’ultimo italiano sulla terra potrebbe nascere tra poco più di 200 anni e morire tra circa 300.
Tale scenario rappresenta la peggiore delle ipotesi, ma è chiaro che la popolazione italiana stia attraversando un momento particolare. Allo stato attuale delle cose nel lungo periodo in Italia, dove c’è stato un vero e proprio boom di centenari, bisognerà fare i conti con grandi problemi di sostenibilità con gravi ripercussioni sul lavoro, sulle pensioni e sull’assistenza sanitaria.
Lo studio presentato in occasione del forum Ambrosetti di Cernobbio stima in 1 a 1 il rapporto tra i pensionati e i lavoratori italiani al 2050: questo rapporto avrebbe evidenti implicazioni sul disavanzo pensionistico, con un incremento dell’età lavorativa per sostenerlo, stimata oltre la quota dei 70 anni.
Valerio De Molli, managing partner e CEO di The European House – Ambrosetti, ha analizzato così la situazione demografica dell’Italia: “Data la complessità intrinseca del problema, a un approccio tecnico è necessario affiancarne uno di sistema – si legge su La Gazzetta del Mezzogiorno – le nostre azioni per essere efficaci devono quindi essere durature nel tempo, basta con le politiche on/off, affiancate da un’azione politica tesa a risolvere una volta per tutte i problemi strutturali del Paese”.
In Italia aumentano gli anziani e diminuiscono le nascite
Le stime Istat dicono che l’effetto combinato tra l’aumento della popolazione anziana e la diminuzione delle nascite, ridurrà in maniera sensibile gli abitanti dell’Italia: la popolazione al 2050 sarà di 51,1 milioni di abitanti nello scenario peggiore, di 54,2 milioni nello scenario mediano, e di 57,5 milioni nello scenario migliore.
Lo studio “Rinascita Italia” ha calcolato una spesa di circa 23 miliardi di euro all’anno, da qui al 2070, per correggere il trend e riportare la popolazione italiana a 60 milioni di abitanti: questo sforzo, secondo le stime, verrebbe premiato in quanto il valore attuale netto del Pil incrementale che ne deriverebbe ammonterebbe infatti a circa 916 miliardi di euro nell’orizzonte temporale di riferimento.
Nello studio vengono elencate anche delle proposte che fanno leva su temi come immigrazione, anziani, tecnologia, donne e giovani coppie per ridurre lo squilibrio attuale e su educazione, cultura, procreazione assistita e policy a supporto della genitorialità per invertire il trend delle nascite.
Una delle proposte riguarda le donne e i giovani che devono essere messi nelle condizioni di diventare genitori senza eccessive complessità: da questo punto di vista, sarebbe bene optare per maggiori congedi parentali obbligatori per le mamme e i papà e aumentare la diffusione del part-time maschile. La tecnologia, inoltre, potrebbe giocare un ruolo fondamentale nell’assistenza agli anziani.
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